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Verona accelera più di Veneto e Italia: PIL pro capite a +1,9%

di Matteo Scolari
Export diversificato, turismo in forte crescita e centralità logistica rafforzano la competitività del territorio. Deloitte: «Sistema solido e attrattivo, ma servono investimenti su competenze e innovazione».

Verona si conferma uno dei principali driver economici del Veneto, con una crescita del PIL pro capite pari a +1,9%, superiore sia alla media regionale (+1,3%) sia a quella nazionale (+0,9%). Un risultato che fotografa la tenuta strutturale del sistema produttivo veronese, capace di reagire alle incertezze globali grazie a un mix di export diversificato, turismo in espansione e infrastrutture strategiche, a partire dall’Interporto.

È quanto emerge dal report “Why Verona – Il Bello e il Buono”, realizzato da Deloitte e presentato nei giorni scori nella sede di Confindustria Verona, alla presenza del presidente Giuseppe Riello, dell’amministratore delegato di Oniverse Marco Carletto, della presidente di VeronaFiere Barbara Ferro e di esponenti di primo piano del tessuto industriale locale.

Giuseppe Riello - Confindustria Verona
Giuseppe Riello – Confindustria Verona

«I dati emersi dal nostro studio – commenta Luca Lorenzetti, partner di Deloitte – confermano che Verona è oggi uno dei principali motori economici del Veneto. La crescita del PIL pro capite e l’elevato tasso di occupazione testimoniano la solidità del territorio e la sua capacità di attrarre investimenti». Una lettura condivisa anche da Pier Valter Azzoni, partner di Deloitte, che sottolinea come «in una regione storicamente produttiva come il Veneto, la provincia di Verona continui a occupare una posizione centrale. In chiave futura sarà però fondamentale rafforzare le infrastrutture tecnologiche e digitali e sostenere modelli di business sempre più innovativi».

Uno dei punti di forza evidenziati dal report riguarda l’export, che vede Verona prima provincia italiana per esportazioni di bevande e terza nei prodotti alimentari. Nel complesso, il territorio contribuisce per il 18,5% all’export totale veneto, confermandosi terza provincia regionale. Le esportazioni verso gli Stati Uniti valgono 858 milioni di euro, con un’incidenza limitata sul totale grazie a una forte diversificazione geografica che rende il sistema meno esposto agli effetti dei dazi e delle tensioni commerciali internazionali. «Il Veneto – sottolinea Deloitte – è la seconda regione italiana meno esposta alle congiunture negative, subito dopo la Lombardia, proprio grazie alla pluralità dei mercati di sbocco».

Il Quadrante europa di Verona, il primo in Italia e secondo in Europa per movimentazione delle merci.
Il Quadrante europa di Verona, il primo in Italia e secondo in Europa per movimentazione delle merci.

A rafforzare la competitività del territorio contribuisce anche la centralità logistica. Con oltre 2,5 milioni di metri quadrati di superficie e collegamenti diretti con l’asse del Brennero, l’Interporto di Verona si conferma primo in Italia e secondo in Europa per traffico merci, consolidando il ruolo della provincia come hub strategico per i flussi commerciali europei.

Sul fronte del turismo, Verona si colloca quinta città in Italia per arrivi e presenze complessive, ma soprattutto guida la crescita: prima per incremento annuo degli arrivi e seconda per aumento delle presenze nell’ultimo decennio. Tra il 2014 e il 2024, la provincia ha registrato una crescita media annua del +4,2% negli arrivi e del +3,1% nelle presenze, superata solo da Roma. Un risultato legato alla forte attrattività del territorio, che unisce città d’arte, Lago di Garda, prossimità alle Dolomiti e una rapida ripresa dell’offerta extra-alberghiera, tornata oltre i livelli pre-pandemici.

Turismo - Ph. Jorge Destination Verona Garda lago di garda
Turismo sul Lago di Garda.

Buoni anche i dati sull’occupazione, in particolare nella fascia 25-34 anni, dove il tasso di occupazione veronese raggiunge l’80,8%, superando la media del Nord-Est (80%) e distanziando nettamente quella nazionale (68,7%). Restano invece margini di miglioramento tra i più giovani: nella fascia 15-24 anni il tasso di occupazione si ferma al 21,7%, inferiore a quello di molte altre province venete, un dato che si accompagna a una partecipazione scolastica più bassa rispetto alle medie regionale e nazionale.

Il report segnala anche segnali positivi sul fronte delle competenze, con un aumento significativo dei laureati STEM dell’Università di Verona, in particolare in ingegneria industriale e dell’informazione (+17%), anche se il numero resta ancora insufficiente rispetto al fabbisogno espresso dalle imprese. Parallelamente, il sistema produttivo mostra una progressiva evoluzione organizzativa, con la crescita delle società di capitali e un maggiore ingresso di soci esterni nelle aziende familiari, a conferma di un percorso di consolidamento e apertura.

Il Polo Santa Marta dell'Università di Verona
Il Polo Santa Marta dell’Università di Verona

«Lo studio – evidenzia Marco Vulpiani, Senior Partner di Deloitte – mostra come Verona abbia un ruolo di eccellenza nelle esportazioni agroalimentari e una leadership consolidata nel turismo, oltre a una produttività elevata in settori chiave come il commercio, la logistica e la lavorazione dei materiali». Un quadro che restituisce l’immagine di una provincia dinamica e resiliente, chiamata ora a rafforzare investimenti in innovazione, capitale umano e digitalizzazione per mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo nel medio-lungo periodo.

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