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Imprese di stranieri in crescita in Italia: +1,7% in un anno

di Matteo Scolari
Secondo il report Futurae di Ministero del Lavoro e Unioncamere, superano quota 678mila. Crescono costruzioni e agricoltura, boom di società di capitale (+11,4%), traino dal Nord.

L’imprenditoria straniera (imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone non nate in Italia) continua a crescere. A fine giugno 2025 le imprese a titolarità straniera sono 678mila, in aumento dell’1,7% rispetto a un anno prima. Nei primi sei mesi dell’anno si contano quasi 37mila nuove iscrizioni e poco più di 20mila cessazioni, per un saldo positivo superiore alle 16mila unità. I dati emergono dal report semestrale Futurae – Programma Imprese Migranti, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da Unioncamere, con elaborazione InfoCamere e finanziamento del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie.

A trainare la crescita sono soprattutto costruzioni (+3,2%) e agricoltura (+3,7%), che insieme rappresentano oltre un quarto delle attività, mentre il commercio resta il settore più rappresentativo con 275mila imprese (+0,1%). Bene anche la manifattura, dove operano più di 50mila imprese straniere (+1,1%).

La crescita è dovuta soprattutto alle società di capitale, in aumento dell’11,4% e ora oltre 147mila, segno di un’imprenditoria straniera che si sta rafforzando strutturalmente, accanto alla tenuta delle imprese individuali, ancora prevalenti (72% del totale).

Un giovane straniero.

Nord in testa, Mezzogiorno in calo

Il Nord Ovest concentra il 32% delle imprese straniere e registra la crescita più sostenuta (+3,6%), seguito dal Nord Est (+2,8%). Stabile il Centro (+0,3%), mentre il Mezzogiorno arretra lievemente (-0,5%). Prato resta la provincia con la più alta incidenza di imprese straniere (32,7%), seguita da Trieste (20%) e Imperia (18,2%), che supera Firenze (18,1%).

Origini e settori

Tra le imprese individuali, le più numerose sono guidate da imprenditori nati in Marocco, Romania e Cina (34% del totale), seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%), e da Egitto, Nigeria e Senegal (11%).
I marocchini si concentrano nel commercio (21,6%) e nelle province dello Stretto; i romeni primeggiano nelle costruzioni (22%) e nelle province di Viterbo, Torino e Cremona; i cinesi dominano nel manifatturiero e nei servizi ricreativi, con punte del 68% a Prato e del 27% a Firenze.

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