Banco BPM e Fondazione BPV rilanciano il modello Community Bank a Verona
di Matteo ScolariVerona ha ospitato questa mattina un evento significativo per il sistema economico e sociale locale. Nella suggestiva cornice della Biblioteca Capitolare, Banco BPM, la Fondazione Banca Popolare di Verona e il Comitato Territoriale BPV hanno organizzato l’incontro “Community Bank: i nostri sì al territorio”, occasione di confronto e testimonianza sull’impegno concreto a favore delle comunità veronesi e del Triveneto.

L’appuntamento, introdotto da Andrea Marconi, Segretario Generale della Fondazione BPV, si è configurato come un vero e proprio “community report dal vivo”, con la partecipazione di rappresentanti di progetti culturali, sportivi e sociali sostenuti dalla banca. Tra gli interventi, quelli di Andrea Compagnucci (Fondazione Arena), Pietro Giovanni Trincanato (Estate Teatrale Veronese), Marcello Rigamonti (Verona Swimming Team), Lorenzo Cortesi (Venice Marathon), Roberto Nicolis (La Grande Sfida), Valeria Valotto (Progetto Quid) e Marco Zampese (Caritas Diocesana), che hanno raccontato come il supporto ricevuto si traduca in impatto concreto per le comunità.
Alberto Melotti, Responsabile della Direzione Territoriale Verona e Nord Est di Banco BPM, ha ribadito il senso profondo dell’identità di Community Bank: «Una Banca di comunità è una banca che si impegna ogni giorno, con continuità, ad ascoltare, a cogliere e recepire le istanze e le necessità dei territori dando sostegno e risposte concrete», sottolineando come solo in questo modo si possa generare valore condiviso e crescita sostenibile.

A fargli eco, il Presidente del Comitato Territoriale BPV Giovanni Boldrin, che ha messo in evidenza l’importanza della prossimità con il tessuto produttivo e associativo: «Sono stati molti gli incontri in tutto il Triveneto, nati grazie all’impegno diretto dei membri del Comitato, imprenditori e professionisti che spesso hanno messo a disposizione anche i propri spazi per favorire il dialogo».
In chiusura, l’intervento del Presidente della Fondazione Carlo Fratta Pasini ha tracciato un collegamento tra storia e futuro del credito cooperativo: «Ridurre il numero degli istituti bancari su un territorio comprime sempre la concorrenza, a danno di tutti. La nostra Fondazione rende quotidianamente manifesta la presenza di una grande Banca costruita dal basso, con una vocazione alla prossimità verso famiglie, imprese e corpi sociali».

L’incontro ha riaffermato l’importanza di un modello di banca radicata nel territorio, capace di ascoltare, investire e costruire legami duraturi per il bene comune, in un’epoca in cui i modelli finanziari globali rischiano di allontanarsi dalle esigenze reali delle comunità locali.
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