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Ballarin (Bernabè & Ballarin): «Io e Claudio come i nostri padri: colleghi e, soprattutto, amici»

di Matteo Scolari
Ai microfoni di Tg Verona Economia Giorgio Ballarin, co-titolare assieme all'amico d'infanzia Claudio Bernabè dell'omonima impresa edile che hanno ereditato e portato avanti nel segno della stima reciproca dai rispettivi genitori.

Tra le aziende protagoniste di TG Verona Economia – Top Imprese 2025, il format di Radio Adige TV che racconta il tessuto imprenditoriale scaligero, spicca Bernabè & Ballarin, storica impresa edile veronese, attiva da quasi sessant’anni.

Ospite in studio Giorgio Ballarin, co-titolare dell’impresa assieme allo storico socio Claudio Bernabè, con cui ha condiviso una lunga amicizia e un percorso imprenditoriale iniziato con i loro padri nel dopoguerra.

Fondata nel 1967, l’impresa si prepara nel 2027 a celebrare i sessant’anni di attività, forte di una reputazione costruita nel tempo attraverso grandi opere pubbliche, progetti residenziali e una costante attenzione alla sicurezza, all’evoluzione tecnologica e al passaggio generazionale.

Giorgio, benvenuto. La vostra è una storia lunga quasi sessant’anni, ma parte ancora prima, nel 1948.

Sì, i nostri padri si sono conosciuti nel 1948 in un cantiere a Parona, lavoravano entrambi nel settore edile. Da lì è nata un’amicizia e una collaborazione che ha portato, nel 1967, alla nascita dell’impresa. Nel 2017 abbiamo festeggiato i cinquant’anni con un libro dedicato alla nostra storia, e ora ci stiamo preparando a celebrare i sessanta, nel 2027, con un grande evento.

Oggi Bernabè & Ballarin è un’impresa consolidata sul territorio. In che ambiti operate?

Da sempre lavoriamo con gli enti pubblici, fin dai tempi dei nostri padri, quando le commesse arrivavano soprattutto dal Comune di Verona. Con il nostro ingresso in azienda, negli anni ’80, abbiamo iniziato a diversificare, realizzando anche opere private e residenziali, come palazzine immobiliari costruite direttamente da noi. Oggi continuiamo a lavorare per il pubblico: siamo in fase di conclusione della ristrutturazione di Palazzo Bocca Trezza e stiamo seguendo vari interventi del PNRR per l’Azienda Ospedaliera di Verona.

Il PNRR ha rappresentato un’opportunità importante per il settore edile?

Sicuramente. Prima c’è stato l’effetto positivo del Superbonus 110%, che ha dato una forte spinta al mercato. Ora è il PNRR a sostenere il settore, con tante nuove opere e cantieri. È un momento di grande attività per tutti, non solo per noi. Il settore edile sta vivendo una fase molto dinamica, che durerà almeno fino alla metà del 2026.

La sicurezza nei cantieri è un tema centrale. Come lo affrontate?

È una priorità assoluta. Abbiamo un programma di formazione continua, con corsi mensili per tutti i dipendenti. I temi spaziano dalla sicurezza in cantiere all’uso corretto delle attrezzature. Ogni anno organizziamo circa 12 giornate di formazione, distribuite mensilmente, per garantire la continuità del lavoro e la massima preparazione del personale. È fondamentale prevenire gli infortuni, soprattutto in un settore dove, purtroppo, il rischio è sempre presente.

Anche la tecnologia ha cambiato il vostro modo di lavorare?

Tantissimo. Quando i nostri genitori hanno iniziato, si usavano ancora secchi e assi di legno. Oggi abbiamo a disposizione gru, attrezzature moderne e strumenti digitali, che rendono il lavoro più sicuro e meno faticoso. Certo, l’edilizia resta un settore manuale, ma è sempre più anche intellettivo, perché richiede competenze tecniche e gestionali.

Siete già al lavoro per il passaggio generazionale?

Sì, mio figlio Alberto è già in azienda. È un passaggio che stiamo gestendo con attenzione, per assicurare continuità e futuro all’impresa. Così come noi abbiamo raccolto il testimone dai nostri padri, oggi lo stiamo passando a una nuova generazione, con l’augurio che possa portare avanti i valori di serietà, rispetto e collaborazione che ci hanno sempre contraddistinto.

Una bella storia anche di amicizia tra lei e Claudio Bernabè…

Siamo cresciuti insieme. Da bambini andavamo al cinema mentre i nostri genitori parlavano di lavoro, poi siamo entrati entrambi in azienda. Il segreto? Rispetto reciproco e confronto continuo. Abbiamo sempre gestito tutto insieme: clienti, fornitori, cantieri. Nessuno ha mai prevaricato sull’altro. Questo ha fatto la differenza.

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