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MPS su Mediobanca: Banco BPM al centro del risiko bancario

di Matteo Scolari
Coinvolto direttamente e indirettamente prima da Unicredit, poi da Monte Dei Paschi di Siena (di cui è azionista), l'istituto di credito guidato da Massimo Tononi potrebbe trovarsi di fronte, in futuro, scenari molto diversi tra loro.

Il recente annuncio di Monte dei Paschi di Siena riguardo all’offerta pubblica di scambio per Mediobanca ha scosso ulteriormente il settore bancario italiano – dopo il primo colpo di Unicredit su Banco BPM -, aprendo scenari di consolidamento e riorganizzazione che potrebbero avere ripercussioni significative su diversi attori del mercato, tra cui lo stesso Banco BPM.

L’Offerta di Monte dei Paschi

Nicola Maione, presidente MPS.

Monte dei Paschi di Siena, presieduta da Nicola Maione, ha lanciato un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca, valutando la banca milanese a 13,3 miliardi di euro. L’operazione prevede che gli azionisti di Mediobanca ricevano 23 azioni di MPS per ogni 10 azioni di Mediobanca portate in adesione, con un premio del 5,03% rispetto al prezzo di chiusura precedente. Questa mossa strategica mira a creare un nuovo campione nazionale nel settore bancario italiano, sfruttando le sinergie tra i due istituti e generando potenziali guadagni lordi di 700 milioni di euro all’anno.

Implicazioni per il mercato

Renato Pagliaro, presidente Mediobanca.

La reazione del mercato è stata variegata. Le azioni di Mediobanca hanno inizialmente salito, ma il premio offerto è stato considerato insufficiente, portando a uno sconto rispetto al prezzo di mercato. Mediobanca, presieduta da Renato Pagliaro, ha definito l’offerta come “ostile”, segnalando la contrarietà dell’istituto alla proposta. Questo potenziale consolidamento potrebbe ridisegnare gli equilibri finanziari e industriali del Paese, con Mediobanca che potrebbe considerare alternative strategiche per evitare l’acquisizione.

Banco BPM e le implicazioni per il settore

Massimo Tononi, presidente di Banco BPM S.p.A.
Massimo Tononi, presidente di Banco BPM S.p.A.

Banco BPM, azionista di MPS con il 5,003% delle azioni, potrebbe essere influenzato indirettamente da questa operazione. L’acquisizione di Mediobanca da parte di MPS rafforzerebbe la posizione competitiva di MPS, ma potrebbe anche aumentare la complessità gestionale e finanziaria dell’istituto senese. Questo scenario potrebbe avere ripercussioni sulle strategie di Banco BPM, che è già coinvolto in altre operazioni di consolidamento nel settore bancario italiano, come l’offerta su Anima Holding (anch’essa socia di MPS con un 3,992%) e la possibile acquisizione da parte di Unicredit.

Prospettive future

Se l’operazione dovesse andare a buon fine, MPS e Mediobanca diventerebbero un attore dominante nel settore bancario italiano, con un modello di business diversificato e resiliente. Tuttavia, la gestione dell’integrazione e la reazione degli azionisti di Mediobanca rimangono incognite significative. La protezione dei marchi e delle competenze uniche di entrambe le banche è stata sottolineata come “obiettivo strategico”.

Nel frattempo, come dicevamo, si fa interessante la posizione del Banco, protagonista indiretto di quest’ultima possibile operazione con un 9% di MSP (considerando l’acquisizione di Anima Holding) e con il fiato sul collo, ingombrante, di Unicredit.

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