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Traforo, Corsi: «Promuoveremo una petizione popolare per dimostrare la necessità dell’opera»

di Matteo Scolari
Enrico Corsi, consigliere regionale veneto, è intervenuto ai microfoni di Focus Verona Economia parlando della recente costituzione del Comitato per il Traforo, esprimendo le necessità di sindaci, imprenditori e cittadini.

Durante la trasmissione Focus Verona Economia, Enrico Corsi, consigliere regionale, ha discusso l’importanza del traforo delle Torricelle come opera strategica per Verona e la provincia. Ecco l’intervista in formato domanda e risposta.

Consigliere Corsi, il traforo delle Torricelle è un tema che torna ciclicamente nel dibattito politico. Perché è così importante oggi?
Il traforo delle Torricelle è un’infrastruttura strategica per Verona. Sono oltre trent’anni che si parla di quest’opera, ma i problemi di traffico e inquinamento non fanno che peggiorare. Si tratta dell’unica soluzione in grado di decongestionare in modo strutturale la viabilità cittadina, migliorando i collegamenti tra la Valpantena, la Valpolicella e i poli più importanti della città, come gli ospedali di Borgo Trento e Negrar. È fondamentale per la qualità della vita dei cittadini e per lo sviluppo economico della provincia.

Quali sarebbero i principali benefici di quest’opera per Verona e la sua provincia?
Prima di tutto, il traforo permetterebbe di completare l’anello tangenziale attorno a Verona, riducendo drasticamente il traffico nelle arterie più congestionate, come via Mameli e via Cà di Cozzi. Questo significa meno inquinamento, tempi di percorrenza ridotti e una maggiore efficienza nei collegamenti tra le vallate e la città. Inoltre, migliorerebbe l’accesso alle principali strutture sanitarie e alle aree produttive, favorendo la mobilità di cittadini e imprese.

Uno dei nodi critici è sempre stato il finanziamento. Come si può sbloccare questo progetto?
Il progetto iniziale era basato su un modello di project financing che non prevedeva costi diretti per il Comune, ma la crisi economica del 2010 ha bloccato tutto. Oggi possiamo ripensare l’opera, magari partendo con una sola galleria per contenere i costi. Tuttavia, è essenziale che tutte le istituzioni – Comune, Regione e Governo – lavorino insieme per reperire i fondi necessari e garantire la sostenibilità economica dell’opera.

Lei ha criticato la decisione dell’attuale amministrazione comunale di spostare i fondi destinati al traforo verso altri progetti. Può spiegare meglio?
È assurdo che il Comune di Verona abbia deciso, senza alcun confronto pubblico, di destinare i fondi del traforo a un’altra opera, come la strada di gronda. Non metto in dubbio l’utilità di quest’ultima, ma il traforo è prioritario e ha un impatto molto più significativo sulla viabilità cittadina e provinciale. Non possiamo continuare a rimandare un’infrastruttura così importante.

Quali sono i prossimi passi per portare avanti questo progetto?
Stiamo lavorando a una mozione che coinvolgerà tutti i comuni interessati, chiedendo il loro supporto formale. Una volta ottenuta una condivisione ampia, ci rivolgeremo alla Regione Veneto, al Governo e anche al Comune di Verona. Il coinvolgimento dei cittadini sarà fondamentale: non ci fermeremo solo a incontri istituzionali, ma promuoveremo anche una petizione popolare per dimostrare quanto quest’opera sia sentita e necessaria.

Qual è il suo messaggio per i cittadini e le istituzioni?
Serve una mobilitazione condivisa. Tutti devono fare la propria parte, superando le divisioni politiche. Il traforo delle Torricelle non è solo un’opera infrastrutturale, ma una risposta concreta alle esigenze dei cittadini, delle imprese e del territorio. Con la volontà politica e il supporto di tutte le istituzioni, possiamo trasformare questa visione in realtà. È il momento di guardare al futuro con ambizione e determinazione.

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