Schena (Univr): «L’inclusività è uno dei pilastri fondamentali della nostra missione»
di RedazioneNella puntata di Focus Verona Economia, il direttore di Verona Network Matteo Scolari ha intervistato il professor Federico Schena, ordinario di Scienze Motorie e delegato alla didattica e allo sport dell’Università di Verona, per parlare dell’evoluzione e delle sfide affrontate dall’università negli ultimi anni.
L’Università di Verona ha dimostrato di sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti, specialmente in seguito alla pandemia. Quali sono state le principali trasformazioni che avete messo in atto?
Sì, la pandemia ha imposto cambiamenti importanti e il nostro obiettivo è stato quello di mettere a sistema le innovazioni che si sono rese necessarie. L’Università di Verona ha lavorato su due filoni principali: da un lato, abbiamo continuato a potenziare le aree in cui eravamo già scientificamente forti, dall’altro abbiamo ampliato l’offerta formativa in nuovi settori per rispondere alle esigenze di un mondo in costante cambiamento. Inoltre, abbiamo introdotto strumenti di didattica innovativa e tecnologicamente avanzata per venire incontro alle necessità degli studenti.
Crescere e innovare sono due temi centrali per l’università. Come avete affrontato questo processo di espansione, e quali risultati avete ottenuto?
L’Università di Verona ha lavorato per essere sempre più inclusiva, cercando di offrire nuove opportunità sia a livello locale che nazionale. Abbiamo allargato il ventaglio di discipline coperte con l’aggiunta di nuovi corsi di laurea, frutto di collaborazioni con altri atenei. Negli ultimi cinque anni, abbiamo lanciato oltre 30 nuovi corsi e questo ci ha permesso di incrementare significativamente il numero degli iscritti, superando i 29.000 studenti. Questa crescita è stata possibile grazie a una strategia mirata, che ha tenuto sempre al centro la qualità della didattica.
L’università è sempre più connessa con il territorio e la società. Può dirci come si è evoluto questo legame e qual è l’impatto che state cercando di avere a livello locale?
L’università è prima di tutto un servizio alla comunità, e questo si riflette nel nostro impegno per dare a un numero sempre maggiore di studenti la possibilità di coltivare le proprie passioni e interessi. Siamo attenti alle esigenze del territorio e lavoriamo costantemente con le realtà produttive e sociali per formare persone che possano contribuire al tessuto economico e sociale di Verona. Questo legame con il territorio è un elemento chiave per il nostro successo, e ci impegniamo a potenziarlo ulteriormente con iniziative e collaborazioni strategiche.
Parliamo di inclusività. L’Università di Verona ha fatto passi importanti per diventare sempre più accessibile a diverse fasce della popolazione, incluse persone con disabilità e comunità meno rappresentate. Può parlarci di questo impegno?
L’inclusività è uno dei pilastri fondamentali della nostra missione. Grazie all’uso di tecnologie avanzate e all’attenzione costante ai bisogni delle persone, riusciamo a garantire che l’università sia accessibile a tutti, indipendentemente dalle difficoltà fisiche o sociali. Abbiamo attivato numerose iniziative per gli studenti con disabilità e anche per categorie meno tradizionali, come gli atleti di alto livello, che devono conciliare lo studio con l’impegno sportivo. Stiamo lavorando per raggiungere anche gruppi che non pensano all’università come una possibilità, come famiglie di origine migrante. Crediamo che sia fondamentale avvicinare queste persone all’istruzione universitaria, affinché possano realizzare il loro potenziale.
Di recente è stata presentata una nuova iniziativa che coinvolge la casa circondariale di Montorio. Può raccontarci di cosa si tratta e quale ruolo ha l’università in questo progetto?
Si tratta di un progetto di grande valore umano e sociale. L’iniziativa mira a offrire alle persone recluse la possibilità di continuare o iniziare un percorso di studi universitari. Questo fa parte del principio di reintegrazione previsto dall’articolo 27 della Costituzione. L’Università di Verona si è impegnata a supportare queste persone, offrendo loro una seconda possibilità per riabilitarsi e reinserirsi nella società attraverso lo studio. È un’iniziativa che dimostra il nostro impegno verso l’intera comunità e il nostro desiderio di rendere l’istruzione accessibile a tutti.
Chiudiamo questa intervista con una riflessione: quali sono le prossime sfide per l’Università di Verona?
La sfida più grande che ci attende è quella legata al calo demografico. Questo fenomeno ci impone di ampliare ulteriormente la platea di persone che si avvicinano all’università, cercando di includere gruppi che tradizionalmente non hanno accesso agli studi superiori. Inoltre, continueremo a lavorare per mantenere elevati standard di qualità, nonostante l’aumento degli iscritti, e a rafforzare la nostra posizione come università di riferimento per il territorio e per la formazione di persone altamente qualificate e pronte ad affrontare le sfide del futuro.
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