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Export veronese giù del 2,3% nei primi sei mesi del 2024

di Matteo Scolari
I dati della CCIAA mettono in evidenza la leggera flessione, controbilanciata da alcuni settori in crescita, come l'agoralimentare.

Le esportazioni della provincia di Verona hanno registrato una flessione del 2,3% nei primi sei mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati elaborati dal Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona basati su fonti Istat. Nonostante la contrazione, il calo veronese si è dimostrato meno marcato rispetto alla media delle altre province venete e della regione nel suo complesso, che ha subito un calo del 3,5%. Solo Padova ha registrato una riduzione minore del 1,1%, mentre a livello nazionale il calo delle esportazioni è stato dell’1,1%.

L’analisi per settore rivela una crescita significativa per alcuni prodotti di punta del Made in Verona. L’export di prodotti alimentari è aumentato del 8,2%, quello di vino del 6,7%, mentre il settore tessile e dell’abbigliamento ha visto un incremento del 1,3%. Tuttavia, si sono osservati cali per altri settori chiave, tra cui macchinari, ortofrutta, calzature, marmo, termomeccanica e mobili.

La Germania, principale mercato di destinazione per le merci veronesi con un valore di 14 miliardi di euro, ha registrato un calo del 7,8%. Anche la Francia (-1,6%) e la Spagna (-4,5%) hanno subito flessioni importanti, piazzandosi rispettivamente al secondo e terzo posto tra i principali mercati di destinazione. Nonostante ciò, alcuni paesi hanno registrato una crescita: gli Stati Uniti (+2,1%) e il Belgio (+7,1%), quarto e quinto mercato rispettivamente, insieme a Regno Unito (+8,3%), Polonia (+5,3%) e Croazia (+21,3%).

A livello di importazioni, la situazione è simile con una contrazione del 2,4% per Verona, a fronte di una media regionale del 7,7%.

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