Aldo Lorenzoni lascia la guida delle Case del Vino.
di adminPurtroppo, ci sembrerà strano, partecipando a future presentazioni di iniziative o di eventi sul Soave, sul Durello, sul Merlara e sull’Arcole, non vedere apparire, da dietro le quinte, la grande figura di tecnico del vino, di ideatore, di scrittore e di direttore, dell’Amico di tutti – modesto, ma, sapiente, sempre indaffarato e fornito di bottiglie e di calici – Aldo Lorenzoni. Quelle, qui, espresse non vogliono essere parole esagerate, di troppa lode, ma, semplicemente legate al vero e di grande apprezzamento. Scrive, più dettagliatamente su Aldo – che ci auguriamo di potere incontrare spesso, anche in futuro, con le sue idee e con la sua indefessa vulcanicità realizzatrice, nel campo del vino e della relativa economia – il testo che segue e che riproduciamo nella sua completezza, per non trascurare il minimo particolare, sugli alti contributi dati da Aldo Lorenzoni, nel campo della promozione vitivinicola veronese e di altre zone limitrofe, nonché dei relativi territori: “Aldo Lorenzoni saluta il timone della Casa del vino e dei suoi Consorzi e delle Strade, dopo 22 anni al servizio di tutte le aziende socie e non. Enologo, classe 1958, ha contribuito, negli anni, allo sviluppo del mondo consortile veneto, progettando e implementando, sia nuovi sistemi produttivi a denominazione (Arcole e Merlara), sia realizzando significative modifiche delle regole produttive. «Fare il bilancio di un percorso, così ricco di stimoli e di risultati, non è facile, ma è certo che tutto il lavoro fatto è stato contraddistinto, da innovazione e sguardo costante al futuro” – dichiara Aldo Lorenzoni –. “In questi ultimi 20 anni di attività, sono state, infatti, progettate e realizzate significative modifiche delle regole produttive, sono state attivate numerose campagne di valorizzazione delle DOC e rilanciata l’identità delle produzioni, sulla base di una precisa attenzione ambientale ed importanti ed innovative azioni di ricerca. Sin dal 2009, i Consorzi si sono velocemente e concretamente adeguati alle nuove regole. Abbiamo di fatto svuotato l’organigramma delle professionalità tecniche, che avevano precedentemente operato, per le attività di controllo in vigna ed in cantina, ed abbiamo rigenerato la nostra professionalità, per azioni di conoscenza, di comunicazione e di ricerca delle dinamiche dei mercati e di valorizzazione della denominazione. Abbiamo colto, fin da subito, tutte le opportunità messe a disposizione dall’OCM vino e del PSR, per fornire alle aziende del territorio i migliori servizi, in termini di coordinamento e di gestione delle azioni promozionali. Il Consorzio è oggi punto di riferimento, non solo dei produttori, ma di istituzioni, media, cittadini, consumatori, associazioni, generando una solida rete di valore, per tutta la filiera. Si tratta di una esperienza unica, che ha fatto dell’aggregazione, della sinergia e del coordinamento, i suoi punti di forza, ottimizzando risorse economiche e logistiche al servizio di tante aziende e di tanti territori, acquisendo reputazione e stima, proprio per le capacità di erogare servizi ad altissima efficienza. Indipendentemente dalle scelte future, che saranno fatte dai consigli di amministrazione, le esperienze sviluppate, permetteranno, anche nel prossimo futuro, di rispondere ad una serie di bisogni del territori, declinati in chiave di valore collettivo e, se necessario, anche al servizio delle singole imprese, con competenza e flessibilità, alla luce delle incertezze, che abbiamo all’orizzonte”. Sandro Gini, presidente del Consorzio Soave, parla dell’attività di Lorenzoni sul fronte della valorizzazione territoriale: «Riassumere, in poche righe, quanto fatto da Aldo Lorenzoni, per il Soave non è facile. A partire dallo sviluppo della zonazione viticola di tutto il comprensorio, che oggi ci ha permesso di riconoscere le 33 Unità Geografiche Aggiuntive, a tutto il percorso fatto dl Consorzio, sul fronte della sostenibilità declinata, in chiave di paesaggio e di biodiversità. Un percorso, che ha portato a importanti riconoscimenti internazionali, prima come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano e, successivamente, come Patrimonio Agricolo Globale della FAO. Questa è la testimonianza che lascia, tracciando una visione di trasformazione “green”, sempre in ottica di rispettare i 3 dettami principali della denominazione, ovvero, Coerenza, Continuità e Condivisione. Importante anche la creazione del marchio Volcanic Wines, che riunisce i territori europei, con suoli di matrice vulcanica e gli studi sulla longevità del Soave. Paolo Fiorini, presidente del Consorzio del Durello, traccia il percorso di crescita della denominazione: Nata nel 1987, la piccola denominazione del Lessini Durello ha avuto, negli anni, una crescita esponenziale, e si può dire che l’attività sia iniziata nel 1998, quando Aldo Lorenzoni ha preso in carico la direzione del Consorzio. Ha da subito creduto alla potenzialità di quest’uva e delle poche aziende, che lo producevano (6 aziende per 50.000 bottiglie). Oggi, i soci sono 35 e, in questi anni, il Consorzio ha sviluppato un clima di consapevolezza e di fiducia. Ricerca costante e valorizzazione sono state le parole chiave, che hanno permesso al Lessini Durello di rappresentare, oggi, una delle denominazioni italiane più sotto i riflettori, per la sua unicità. Credo di interpretare anche le parole del Presidente della Strada del Vino, Giamberto Bochese, nel sottolineare il grande impegno nei confronti della candidatura a patrimonio Unesco della Val D’Alpone e lo sviluppo in ottica turistica con il progetto Volcanic Wine Park. Stefano Faedo, presidente del Consorzio dell’Arcole, ricorda il percorso della denominazione, sino dalla sua creazione, nel 2000: Quest’anno, il Consorzio dell’Arcole compie vent’anni. Lorenzoni ha contribuito, fin dall’inizio, alla nascita di questa realtà viticola, che in pochi anni ,è cresciuta in maniera esponenziale: dai 2500 ettari iniziali, oggi, abbiamo quasi raddoppiato la potenzialità produttiva. Credo che il merito di Lorenzoni si stato quello di far convivere insieme, in maniera sinergica e ottimale, tanti Consorzi, con anime e obiettivi diversi. Inoltre, grande attenzione anche alla valorizzazione territoriale, grazie alla nascita della Strada del Vino Arcole, guidata da Roberto Pasini e la spinta di progetti come Vivi Vini Bici. Luigino De Togni, storico presidente della DOC Merlara, conclude: “Si può dire che, da quando Lorenzoni ha preso la guida di questo consorzio, tutto il nostro piccolo comprensorio, tra Padova e Verona, ha assistito a una rivoluzione e una nuova consapevolezza della potenzialità, che può sviluppare questo territorio, fino ad allora, un po’ sottovalutato. Accanto al successo di varietà internazionali, abbiamo sviluppato una forte attenzione sulle uve autoctone, come la Malvasia Istriana e il Marzemino, che, oggi, sono diventate dei veri marcatori territoriali. Ma, il merito di Lorenzoni è stato quello, in particolare, di stimolare i viticoltori a sviluppare un’agricoltura più sostenibile. In questo senso, due sono stati i progetti di ricerca, implementati, negli ultimi anni, come Risorsa e Green Vision, che hanno portato a una consapevolezza importante, in ottica di preservazione della risorsa acqua e l’aumento della biodiversità funzionale”. Crediamo, quindi, alla luce di quanto esposto, in precedenza, da Consorzio Soave e dai quattro Presidenti di Consorzio, confermi, in modo esatto e completo, le nostre modeste, iniziali considerazioni sull’opera svolta, con passione e competenza, da Aldo Lorenzoni, cui auguriamo un fecondo futuro, sempre nel campo della vitivinicoltura, della sostenibilità e della valorizzazione del territorio.
Pierantonio Braggio
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