Il Cuore italiano della Musica, Arena di Verona. Aperto il Festival d’Estate 2020.
di adminCon Il Cuore italiano della Musica, il 25 luglio 2020, l’Arena è ripartita dall’Italia, con un cast italiano, impreziosito dalle migliori voci della scena internazionale, dedicando il tutto a medici, infermieri, operatori sanitari della Penisola e ora invitando, su iniziativa di Federico Sboarina e con il supporto di Anci, i Sindaci delle città italiane, a unirsi nel grande abbraccio simbolico del suo Teatro a tutto il Paese. L’Orchestra, il Coro e i Tecnici dell’Arena sono tornati nell’Anfiteatro veronese, tempio dell’Opera, unico al mondo, per salutare il pubblico e per inaugurare l’edizione straordinaria del Festival d’estate 2020 Nel Cuore della musica, la grande musica, con un cast irripetibile, che ha schierato 22 voci d’eccellenza, dirette da 4 prestigiose bacchette, tutte italiane. I maestri Marco Armiliato, Andrea Battistoni, Francesco Ivan Ciampa e Riccardo Frizza hanno guidato una staffett, che portato le nostre migliori stelle dell’Opera ad esibirsi nelle p arie di Verdi, Rossini, Leoncavallo, Giordano, Cilea, Puccini, Donizetti e di Mozart, in una cavalcata antologica di grande impatto popolare. Protagonisti della serata inaugurale, introdotti dalla madrina d’eccezione Katia Ricciarelli, sono stati i grandi artisti, veri portabandiera di quattro generazioni della vocalità e della scuola italiana, per la prima volta insieme in un evento eccezionale, unico e irripetibile: Fabio Armiliato, Daniela Barcellona, Eleonora Buratto, Annamaria Chiuri, Alessandro Corbelli, Donata D’Annunzio Lombardi, Alex Esposito, Rosa Feola, Barbara Frittoli, Roberto Frontali, Sonia Ganassi, Carlo Lepore, Francesco Meli, Leo Nucci, Michele Pertusi, Simone Piazzola, Saimir Pirgu, Luca Salsi, Fabio Sartori, Maria José Siri, Annalisa Stroppa, Riccardo Zanellato. Nel cuore del programma l’intermezzo – affidato al violino solo del giovane virtuoso Giovanni Andrea Zanon, con l’ultimo Capriccio di Paganini, che ha anticipato una nuova Arena, pronta, per l’arrivo, in agosto, di Vivaldi e della musica cameristica barocca, totalmente inedita, sul suo grande palco, a dimostrazione che le difficoltà impongono sfide creative con cui superare qualunque cliché. Il grande palco centrale, appositamente creato, per il Festival d’estate 2020 è diventato speciale vetrina del meglio che il nostro Paese ha offerto e offrirà al mondo, per un evento, il cui significato simbolico va oltre i confini dell’elevata offerta artistica e che ha voluto essere un segnale forte di ripresa e speranza per tutto il Paese, talché, come cennato, il Sindaco di Verona, Sboarina, ha esteso l’invito all’inaugurazione del Festival anche a tutti i Sindaci di capoluogo, essendo arte e cultura, voci importanti del bilancio economico di tutta l’Italia, che, come tali, devono tornare ad essere centrali, portando, nel mondo, il messaggio positivo e incoraggiante di una Nazione, che reagisce alle avversità, partendo dai propri punti di forza. Federico Sboarina, presidente di Fondazione Arena: «Quella di quest’anno non è una Prima, come tutte le altre. Stiamo per vivere un evento, che va oltre la musica, lo spettacolo e il Festival. È il risultato tangibile, che dimostra la capacità di Fondazione Arena di innovarsi ed adattarsi alle nuove situazioni. Al management avevo chiesto coraggio e una nuova visione, per affrontare, con cambiamenti positivi e costruttivi, le difficoltà generate dall’emergenza sanitaria. Ne è scaturito un cartellone culturale ed artistico di alto livello e una serata inaugurale speciale, dedicata a tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari veronesi, che hanno affrontato con coraggio e determinazione la pandemia. Un’ulteriore dimostrazione di quell’incredibile Dna di solidarietà che, da sempre, rende speciale Verona e i suoi cittadini. Il Cuore italiano della musica è frutto di una straordinaria capacità di fare squadra della città e della flessibilità al cambiamento, per garantire il Festival areniano, autentica eccellenza veronese». «Arte e vita vanno di pari passo», ha affermato Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttore artistico di Fondazione Arena, «sarebbe impensabile ripartir, senza avere davanti agli occhi, prima di tutto, lo sforzo di chi ha lavorato mesi, per tutelare la nostra salute e, al contempo, ricordare i sacrifici degli artisti italiani, fortemente penalizzati. Con questa serata inaugurale, vogliamo che l’Arena sia un far, acceso sulle speranze, i punti di forza e i valori culturali e artistici del nostro Paese, sia in Italia, dove tutti hanno bisogno di ottimismo e fiducia nel futuro, sia all’estero, dove sappiamo che tantissime persone non aspettano che un po’ di tranquillità in più, per tornare da noi, con grande impazienza. Ricordarci chi siamo, nel mondo, tutti i giorni, carezzare le nostre radici, far brillare i nostri talenti, è la miglior risposta agli ultimi mesi, ma, sempre e solo, tutt’insieme. Per questo, abbiamo coinvolto artisti e tecnici e non abbiamo rinunciato a fare, ogni sera, un vero spettacolo all’Arena, con luci ed effetti speciali, dedicati, per ricordare a tutti che, oggi più che mai, Teatro e Musica sono un rito collettivo di immenso valore civile, sociale e simbolico». Verona, dunque, non si piega alle pesanti conseguenze del virus. Superate, in buona parte, le tristi criticità del virus, Verona vuole eliminarle al completo, per tornare a fare Musica e Ospitalità, continuando una tradizione e una storia, note ed apprezzate nel globo, non trascurando l’importanza dei positivi risvolti economico-sociali, che dalle stesse derivano.
Pierantonio Braggio
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