Porto, città, laguna: Gasparato avvia il mandato tracciando la nuova rotta per Venezia e Chioggia
di Matteo ScolariNella cornice altamente simbolica di Palazzo Ducale, cuore politico ed economico della Serenissima, il nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Matteo Gasparato, ha inaugurato oggi il proprio mandato, delineando una visione ampia e profondamente radicata nella storia millenaria del porto di Venezia . La scelta del luogo, ha spiegato, richiama il legame inscindibile tra porto, città e laguna, un rapporto che ha modellato Venezia nei secoli e che oggi è chiamato a rinnovarsi in forme moderne, sostenibili e compatibili con il contesto lagunare.

Gasparato ha definito Venezia «il suo porto» sotto tre profili – storico, ambientale e culturale – ricordando come la città sia nata e cresciuta grazie alla navigazione, al commercio e alla pluralità di culture che qui hanno trovato un crocevia naturale. Un legame spezzato nel Novecento con la progressiva industrializzazione di Porto Marghera, poi lentamente riaffiorato e oggi nuovamente centrale nella strategia di sviluppo del sistema portuale. Proprio per questo, ha ribadito, la domanda non può più essere se portualità e laguna siano compatibili, ma come renderle tali nel lungo periodo, anche alla luce delle nuove tecnologie e della crescente consapevolezza ambientale.
Al centro della visione del nuovo Presidente c’è il terminal offshore, una delle prospettive strategiche più rilevanti per la portualità veneziana. Gasparato ha ripercorso l’iter normativo che ne ha imposto l’avvio, ricordando che si tratta di un’infrastruttura pensata per consentire l’attracco delle grandi navi al di fuori della laguna, tutelando l’ecosistema e garantendo allo stesso tempo lo sviluppo crocieristico e commerciale. Il concorso di idee, pubblicato nel 2021, ha individuato una proposta ammissibile e fissato le prossime scadenze: presentazione dei progetti di fattibilità entro il 31 luglio 2026, valutazione entro il 9 ottobre e proclamazione del vincitore il 20 novembre 2026.

Parallelamente, il Presidente ha richiamato l’urgenza di potenziare oggi l’operatività degli scali di Venezia e Chioggia. Tra i primi risultati, il parere favorevole della Commissione VIA per la nuova area di conferimento dei sedimenti a sud dell’Isola delle Tresse, opera da 82 milioni di euro che garantirà almeno quindici anni di dragaggi manutentivi. A seguire, sono in corso le valutazioni ambientali per gli altri interventi commissariali: accesso alla Stazione Marittima Vittorio Emanuele, dragaggio del Canale Malamocco-Marghera e Terminal Canale Nord, opere che ridisegneranno accessibilità e offerta crocieristica.
Il tema dell’accessibilità nautica si lega poi alla nuova fase regolatoria imposta dal MoSE: Venezia e Chioggia, ha affermato Gasparato, non possono più essere considerati porti tradizionali, ma veri e propri “porti regolati”, per i quali servono norme aggiornate, responsabilità chiare e certezze operative. Una classificazione che il Presidente auspica venga introdotta nella riforma della portualità annunciata dal Governo.
Particolare attenzione è stata dedicata a Chioggia, definita un nodo strategico del sistema portuale: qui verrà aperta una sede stabile dell’Autorità, per garantire presenza costante, dialogo diretto e superare ogni percezione di marginalità. Sul piano infrastrutturale, Gasparato ha elencato i principali interventi programmati: dragaggi a Val da Rio, all’isola dei Saloni e nel canale industriale sud, oltre alla conclusione delle conche di navigazione.
Uno dei dossier più significativi riguarda il futuro di Porto Marghera, destinato a trasformarsi in un hub energetico avanzato, capace di guidare – ha detto il Presidente – «la transizione verso l’idrogeno verde, con il metano come combustibile di passaggio». Un ruolo reso possibile dalla collocazione geografica e dai collegamenti con le reti industriali ed energetiche europee, che potranno integrarsi con futuri terminal offshore dell’ammoniaca verde.
In questo quadro si inserisce anche il progetto Montesyndial, oggi il più importante intervento strategico per il traffico container a Venezia. Una superficie con potenzialità superiori al milione di TEU annui, un terminal logistico integrato e un progetto di rigenerazione urbana che trasforma un’area segnata dalla chimica di base in un’infrastruttura moderna. Il primo stralcio da 189 milioni è già in corso; per il completamento serviranno ulteriori 187 milioni, di cui oltre 108 per le opere pubbliche.
Sul fronte degli investimenti, Gasparato ha richiamato il ruolo decisivo della Zona Logistica Semplificata del Porto di Venezia e del Rodigino: solo nel 2025 sono state rilasciate 20 Autorizzazioni Uniche per 260 milioni di euro, con tempi medi di 81 giorni, cui si aggiungono procedure in corso per altri 380 milioni. La ZLS, ha osservato, è «una leva strutturale di politica industriale» capace di attrarre produzione, logistica avanzata e nuova occupazione qualificata.
Altrettanto rilevante il capitolo delle connessioni intermodali: la nuova piastra ferroviaria, il ponte ferroviario (28,4 milioni di euro), il progetto di Via dell’Elettricità (19 milioni) e il Nodo della Chimica (14,9 milioni, fine lavori marzo 2026) rafforzeranno il ruolo del porto nei corridoi TEN-T, aumentando la quota di merci su ferro e riducendo l’impatto su gomma.
Non solo infrastrutture: Gasparato ha annunciato l’avvio, con lo IUAV, di un percorso di ricerca e progettazione per ridisegnare il waterfront, superando la visione del porto come retro urbano e trasformandolo in uno spazio identitario e rappresentativo. E, in collaborazione con Ca’ Foscari, è già partita la riorganizzazione interna dell’Ente per valorizzare il personale e rendere la struttura più moderna ed efficiente.
Un gesto simbolico verso il futuro è l’avvio di un concorso rivolto alle scuole per scegliere il nome della nuova isola dei sedimenti: un modo per coinvolgere i giovani e costruire una cultura del mare condivisa.
«Vogliamo un porto che torni a essere protagonista e motore del futuro. Un porto che non si chiude, ma si apre. Che non subisce il cambiamento, ma lo guida. Che non rincorre il futuro, ma lo costruisce», ha dichiarato Gasparato, tracciando un patto chiaro con il territorio e proiettando Venezia e Chioggia in una fase nuova della loro storia portuale.
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