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Ex Mondadori, sciopero anche a Isola Rizza: adesione totale e forte presenza sindacale

di Matteo Scolari
Nel sito logistico di Isola Rizza la protesta raggiunge il massimo della partecipazione. Somministrati, dipendenti Ceva e lavoratori Gsl uniti contro la delocalizzazione a San Giorgio Bigarello.

Anche a Isola Rizza, dopo la protesta a Verona, nella sede di Borgo Venezia, lavoratori e lavoratrici della logistica dell’ex Mondadori hanno incrociato le braccia per ribadire il no al paventato trasferimento delle attività a San Giorgio Bigarello (Mantova). Nel presidio organizzato davanti alla sede Ceva Logistics, l’adesione allo sciopero ha infatti sfiorato il 100%, segno evidente di un malessere profondo e condiviso da tutte le componenti del sito: lavoratori somministrati, dipendenti diretti di Ceva e personale Gsl.

Nel complesso, l’impianto impiega una cinquantina di addetti, molti dei quali in somministrazione, una condizione che rende la prospettiva del trasferimento ancora più delicata. La delocalizzazione, prevista con il cambio appalto che sposterà le lavorazioni nel mantovano, comporterebbe per tutti costi di trasferta e tempi di percorrenza difficili da sostenere — 45 chilometri per ogni tragitto — compromettendo non solo il reddito, ma anche l’equilibrio tra lavoro e vita privata.

Al presidio erano presenti il segretario confederale Cgil Verona Raffaello Fasoli, Yuri Mainieri per la Filt Cgil, categoria dei lavoratori della logistica, ed Eleonora Ferraris per il Nidil Cgil, che segue le figure occupate tramite agenzie e le partite Iva. Una presenza corale che ha reso chiaro quanto il sito di Isola Rizza rappresenti un tassello significativo nella vertenza generale, non solo per la quantità di addetti coinvolti, ma per la varietà di tipologie contrattuali esposte agli effetti del cambio appalto.

«Questa vertenza ripropone in tutta la sua drammaticità il tema degli appalti, il cui utilizzo spregiudicato e senza vincoli da parte dei grandi committenti finisce per scaricare su lavoratori e lavoratrici i costi della competizione sfrenata del settore» ha sottolineato Fasoli, evidenziando anche la complessità della struttura societaria che sostiene l’appalto stesso. Le sue parole richiamano una dinamica nota nel settore della logistica, dove la pressione sui costi si traduce troppo spesso in precarizzazione e compressione dei diritti.

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