L’asta di vini della Fondazione della Comunità Veronese raccoglie fondi per otto bambini fragili
di Matteo ScolariUna sala gremita, dieci lotti di vini pregiati e la forza di una comunità che sceglie di farsi carico della sua parte più fragile: è questo lo spirito che ha animato la seconda edizione di “Segni per il futuro”, l’asta benefica organizzata dalla Fondazione della Comunità Veronese con UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti e ospitata ieri sera presso l’azienda vinicola Costa Arente. Il ricavato sarà destinato a sostenere “Un passo alla volta”, progetto del Centro Accoglienza Minori dedicato a otto bambini che vivono condizioni di grave disagio.
I vini battuti all’asta provenivano dalla cantina privata del presidente della Fondazione, Giovanni Mantovani, già direttore generale di Veronafiere, che ha aperto la serata ricordando il valore umano che accompagna ogni bottiglia: «Il valore di queste bottiglie va oltre il mercato: nasce dalle relazioni, dalle esperienze condivise, e per questo mi è sembrato naturale metterle al servizio di una causa che riguarda la nostra comunità più fragile».

Il progetto sostenuto dall’asta è attivo da due anni e coinvolge otto bambini tra i 3 e i 13 anni, seguiti quotidianamente dal Centro Accoglienza Minori. «Ci siamo resi conto – spiega l’operatrice Sara Veronese – che la presenza educativa non basta: serve un sostegno ulteriore, immediato, che li accompagni sul piano emotivo, relazionale e cognitivo». Per questo ogni bambino è seguito da un’arteterapeuta, una psicomotricista e una psicologa specializzata nel metodo di studio. Un modello che include anche un percorso dedicato alle famiglie, elemento innovativo e determinante. «Crediamo in un percorso condiviso – aggiunge Veronese – perché la crescita di un bambino passa sempre attraverso la sua famiglia, per quanto fragile essa sia».
La presidente del CAM, Alessandra Molinarelli, ha ripercorso le radici dell’associazione, attiva dal 1990 in stretta collaborazione con il Comune di Verona, sottolineando come il rapporto di fiducia con le istituzioni abbia permesso negli anni di sostenere centinaia di famiglie e di rispondere in modo tempestivo ai bisogni emergenti.
Alla serata hanno preso parte anche l’assessora ai servizi sociali del Comune di Verona Luisa Ceni e l’assessora del Comune di Grezzana Daniela Prencipe, confermando l’attenzione del territorio verso un’iniziativa che unisce solidarietà, cultura e sensibilità sociale.

L’asta, condotta dall’enologa e divulgatrice Sissi Baratella, ha acceso entusiasmo e generosità. «I vini all’asta sono tutti italiani e questo ci riempie di orgoglio, soprattutto oggi – ha ricordato – giornata in cui la cucina italiana è stata riconosciuta Patrimonio UNESCO. Sono grandi nomi, grandi annate, bottiglie che hanno superato la sfida del tempo e altre da condividere subito, magari durante le feste». A valorizzare la serata, la cena preparata dai cuochi e camerieri della Cooperativa Panta Rei, realtà che da oltre vent’anni crea percorsi di lavoro per persone con disagio mentale, e una riflessione iniziale di don Davide Vicentini sul significato del dono. La performance del cantautore e compositore Stefano Soardo, fondatore di Fucina Culturale Macchiavelli, ha aggiunto una “degustazione musicale” raffinata e coinvolgente.
In chiusura, Mantovani ha ribadito la missione della Fondazione: «Il nostro compito è semplice e ambizioso allo stesso tempo: mettere in relazione chi può donare e chi ha bisogno, creando fiducia. La Fondazione non è un’istituzione distante: è un ponte tra persone, idee, generosità. Quando la comunità si muove insieme, anche un piccolo gesto può cambiare la traiettoria di una vita».
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