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Luciano Corsi: «Per i Mercatini, sicurezza, qualità e una macchina che lavora tutto l’anno»

di Matteo Scolari
Il presidente del Comitato per Verona racconta l'impegno della macchina organizzativa e rimarca: «Abbiamo creato un nuovo periodo turistico e un indotto che vale decine di milioni»

Da quasi vent’anni il Comitato per Verona progetta, organizza e realizza i Mercatini di Natale, diventati un appuntamento identitario per la città scaligera. Luciano Corsi, presidente del Comitato, racconta la storia dell’iniziativa, le ragioni del trasferimento in Piazza Bra, il tema sicurezza, l’enorme macchina organizzativa che parte ogni anno da gennaio e il valore economico e sociale di un evento che ha cambiato il volto dell’inverno veronese.

Presidente Corsi, partiamo dalle origini: che cos’è il Comitato per Verona e come nasce il progetto dei Mercatini?

Il Comitato per Verona nasce nel 2007, e la sua prima apparizione operativa fu con il nome “Verona für Sie”, perché avevamo un patto di collaborazione con la città di Norimberga. È da lì che arriva spesso il paragone con i mercatini tedeschi, ma noi ci teniamo a dire che questi sono e restano i Mercatini di Natale di Verona.

Il Comitato, di cui mi onoro di essere presidente, è composto da Confcommercio e Confesercenti Verona come partner operativi. Siamo un soggetto senza scopo di lucro, e il nostro obiettivo è realizzare eventi che generino beneficio per la città, per il turismo, per l’aggregazione e la socialità.

Quest’anno il trasferimento in Piazza Bra: una scelta logistica ma anche strategica?

Sicuramente sì. L’idea di Piazza Bra parte dal presupposto che i mercatini devono diventare il Natale di Verona nella sua complessità. Questo significa affrontare con serietà i temi della sicurezza, della viabilità e del flusso pedonale. Lo scorso anno in via Pallone avevamo l’obbligo di contingentare gli accessi e chiudere le piazze con vie di fuga obbligatorie. Quest’anno no, perché l’area è enorme e protetta dai Pomat, che impediscono l’accesso ai mezzi.

Inoltre, gli enti deputati alla sicurezza – Questura, 118, vigili del fuoco – hanno stimato circa 2 milioni di presenze e ci siamo attrezzati: steward (6 nei feriali, 10 nei giorni di massima affluenza), oltre 30 telecamere, un’ambulanza e personale a terra con defibrillatori. La piazza permette di lavorare nella massima sicurezza.

Quanto lavoro c’è dietro? Quando comincia la macchina organizzativa?

La macchina parte a gennaio, quando l’edizione precedente deve ancora concludersi mentalmente. C’è una grande passione dietro questo progetto. Lavoriamo un anno intero per definire i correttivi, studiare i posizionamenti merceologici – per evitare concorrenze inappropriate, come mettere lana e wurstel uno accanto all’altro – e risolvere aspetti tecnici: carichi elettrici, acqua, scarichi, esigenze particolari degli espositori.

Solo per dare qualche numero: abbiamo circa 60 strutture, con una media di quattro persone per ciascuna, molte delle quali vengono reclutate sul territorio veronese. Poi c’è tutta la logistica: trasporti, montaggi, impianti, e un costante confronto con l’amministrazione. È un alveare che lavora cinque-sei mesi senza sosta, soprattutto quest’anno con la convivenza tra stella, maratona, pre–Santa Lucia e Santa Lucia.

Il volontariato e il sociale occupano un ruolo sempre più rilevante nei Mercatini di Verona. Come li avete integrati?

Siamo sempre stati aperti a dare spazi al volontariato, anche perché io stesso ne faccio parte. Quest’anno abbiamo ampliato molto: con Banco Alimentare Veneto – sezione di Verona abbiamo sensibilizzato tutti gli operatori della somministrazione alla donazione del cibo. La risposta è stata entusiasta.

Inoltre abbiamo scelto di lavorare sul tema dell’inclusività con la cooperativa sociale MIA: alcuni ragazzi con fragilità, seguiti da tutor, svolgono quotidianamente il servizio di raccolta differenziata, portando i bidoni pieni all’isola ecologica attrezzata con AMIA. Tengo a precisare che in tutto il mercatino, sia per scelta che per contratto, non si può utilizzare plastica: solo materiali biodegradabili o compostabili. È una visione green che vogliamo continuare a portare avanti.

Quanto incidono i Mercatini sull’economia della città?

Prima dei Mercatini, il periodo da fine Fieracavalli a marzo era vuoto. Non c’erano eventi. Abbiamo letteralmente inventato un nuovo periodo turistico e le attività commerciali lo confermano con dati molto positivi. Ne beneficia tutto: musei, alberghi, bar, ristoranti, parcheggi (che sono pieni ogni weekend).

Noi stimiamo un indotto di 30 milioni di euro. È semplice: chi arriva parcheggia, beve un caffè, compra qualcosa. Una spesa minima di 30 euro a persona. Se prendiamo anche solo 1 milione di visitatori, arriviamo ai 30 milioni. Se consideriamo la stima della Questura di 2 milioni… i calcoli si fanno da soli.

Si è parlato di un Natale “diffuso” in più aree della città. È una strada che può valorizzare tutto il centro storico?

Assolutamente. Come fanno altre capitali europee, si possono creare aree a macchia di leopardo che valorizzino il centro storico: dalle piazze storiche a Piazza Erbe, fino al perimetro dell’Adige. L’obiettivo è far lavorare l’intera città, senza creare sovraccarichi in una zona e lasciarne vuote altre. È un tema su cui siamo pronti a collaborare per costruire la visione futura del “Natale di Verona”.

Uno sguardo al futuro: Verona ospiterà le cerimonie olimpiche e paralimpiche del 2026. Che occasione è per la città?

Abbiamo tutte le condizioni per presentare un biglietto da visita straordinario. Ma dobbiamo comunicare Verona con un messaggio mediatico univoco: valorizzare la nostra veronesità, le nostre specificità, ciò che ci rende unici.

Stiamo lavorando anche su altri fronti, come il ricordo delle vittime della tragedia di Marcinelle, per promuovere nelle scuole il valore del lavoro, la dignità e la sicurezza. E dobbiamo agganciarci alle iniziative della Camera di Commercio e della DGV: se ci promuoviamo in modo coordinato, Verona non sarà un granellino nel mondo, ma una meta davvero appetibile per il turismo internazionale.

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