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Alessandro Torluccio: «Piazza Bra è la vera sede dei Mercatini di Natale di Verona»

di Matteo Scolari
Il direttore di Confesercenti Verona parla della scelta obbligata di spostare la manifestazione da via Pallone e sottolinea: «Ora l'evento ha la sua sede naturale»

La ricollocazione dei Mercatini di Natale in Piazza Bra rappresenta la grande novità dell’edizione 2024. Una scelta che nasce da esigenze tecniche legate ai lavori olimpici ma che, secondo Confesercenti, può trasformarsi nell’occasione per definire la “casa” definitiva dell’evento. Il direttore di Confesercenti Verona Alessandro Torluccio racconta ai microfoni di Focus Verona Economia la complessità dell’organizzazione, l’impatto economico crescente e il ruolo strategico dei mercatini per la città scaligera.

Direttore Torluccio, partiamo dalla novità più evidente di quest’anno: il ritorno dei mercatini in una nuova location. Perché il trasferimento in Piazza Bra?

È una nuova location che nasce prima di tutto per esigenze tecniche. Via Pallone quest’anno è destinata al comitato olimpico per le attività di preparazione ai Giochi, e in questi giorni stanno chiudendo l’area parcheggi. Le condizioni non permettevano più di mantenere lì il mercatino. Parliamo di un evento che sta crescendo, molto richiesto, con numeri importanti, quindi serviva uno spazio adeguato.

Il Comune, dopo un anno di lavoro insieme al Comitato e alle associazioni, ha deciso di dare questa location che era una delle poche in grado di contenere l’intero mercatino mantenendo anche la sua qualità. Abbiamo fatto un investimento importante, anche nell’arredo della piazza, e ci sono stati molti incontri con la Sovrintendenza per definire le linee guida. Stiamo ancora facendo piccoli correttivi: ciò che funziona sulla carta, una volta messo a terra, va sempre perfezionato.

Un tema discusso è quello della stabilità della sede: questa collocazione è temporanea o potrebbe diventare definitiva?

Non c’è ancora una risposta definitiva, ma noi riteniamo che Piazza Bra sia forse la vera sede dei Mercatini di Natale di Verona. Come dicevo, ci è stato chiesto uno sforzo enorme quest’anno e lo abbiamo fatto volentieri, però è chiaro che qui c’è tutto per crescere: qualità, sicurezza, spazio, visibilità. Valuteremo dopo questa edizione, ma crediamo che possa essere davvero una scelta vincente.

Dal punto di vista organizzativo, quanto lavoro c’è dietro al mercatino e come si selezionano gli espositori?

Il lavoro dura un anno intero. Seguiamo le aziende, giriamo l’Italia ma anche l’estero. Nei prossimi giorni sarò in visita ad altri mercatini per incontrare alcune realtà che vogliono venire a Verona. Prima di aprire le porte andiamo a verificare azienda e prodotti. Cerchiamo sempre di creare sinergie, evitando concorrenze numeriche o sovrapposizioni: il posizionamento dei prodotti è studiato già nel progetto.

Abbiamo espositori dalla Germania, Austria, Sudtirolo – la matrice storica del nostro mercatino – ma anche realtà internazionali: Spagna, Bielorussia e Polonia. In passato abbiamo ospitato persino la Lapponia. Verona è quell’unico mercatino in Italia che rappresenta natali e tradizioni diverse del mondo.

Nei prossimi giorni Piazza Bra ospiterà anche i 220 banchi di Santa Lucia. Come state preparando questa “convivenza”?

Con Santa Lucia la piazza vivrà il suo vero stress test. Dal 9 dicembre sera monteranno i 220 banchi e il giorno 10 mattina apriranno. Per questo il 9 dicembre i mercatini di Natale chiuderanno alle 15.30, così da garantire l’area di rispetto per il montaggio, che diventa un vero e proprio cantiere.

Dal 3 dicembre ci sarà anche il pre–Santa Lucia con una trentina di banchi, soprattutto dolciumi, e poi il prenatale. Sono fiere storiche del Comune: nessuno è stato toccato nei propri posteggi, e abbiamo voluto mantenere il rispetto delle posizioni tradizionali.

I visitatori e gli espositori si sono dimostrati entusiasti della nuova disposizione. Che riscontri avete raccolto?

I riscontri sono molto positivi. Gli espositori parlano di maggiore affluenza, più spazio e più tranquillità. Anche i visitatori trovano la piazza più vivibile e ariosa rispetto a via Pallone. Il contesto dell’Arena poi è unico: molti ci hanno detto che questo scenario “sta molto più di Natale”, e questo per noi è un grande risultato.

I mercatini coinvolgono anche progetti sociali e inclusivi. Qual è il ruolo di Confesercenti in questo ambito?

Il sociale per noi è centrale. Abbiamo accordi storici con realtà come Abeo e Anavi, e sosteniamo iniziative come la casetta dedicata al turismo sociale e inclusivo dell’ULSS 9, dove le associazioni possono presentarsi e vendere i prodotti realizzati nei centri diurni. Quando il presidente Corsi ha deciso di rinunciare a una casetta commerciale per inserirne una sociale, è stata una scelta coraggiosa: significa rinunciare a un’economia per dare valore alla solidarietà. E siamo convinti che sia la scelta giusta.

Sul fronte turistico ed economico, qual è l’impatto dei mercatini sul territorio?

Il risvolto economico è molto importante. Prima i mesi da fine Fiera Cavalli a marzo erano vuoti; oggi esiste una stagionalità invernale vera, che porta lavoro, movimento, presenze. Lavorano i ristoranti, gli hotel, le attività del centro, e i giovani trovano occupazione temporanea per sostenere gli studi. È un sistema che funziona solo se si crea continuità e programmazione pluriennale.

In chiusura, uno sguardo all’evento olimpico: come si inserisce nel percorso di crescita di Verona?

Verona è nel progetto Milano–Cortina come sede di due eventi mondiali in Arena. Non sarà solo una presenza di due serate: sarà un richiamo internazionale che porterà immagini della città in mondovisione.

Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio ricchissimo: dall’Arena al Palladio, da Venezia alle Dolomiti. A volte abbiamo “troppo” e facciamo fatica a fare rete. Ma i mercatini dimostrano che Verona sa fare sistema. E l’Olimpiade sarà un’occasione unica per mostrare al mondo cosa siamo capaci di fare.

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