Alberto Stefani alla guida del Veneto: nuova spinta a autonomia, sviluppo e imprese
di Matteo ScolariAlberto Stefani conquista la presidenza della Regione Veneto con oltre il 64% dei voti, confermandosi successore di Luca Zaia e garantendo continuità alla lunga stagione amministrativa del centrodestra. Un risultato ampio, seppure con una flessione rispetto al plebiscito ottenuto da Zaia cinque anni fa, che registra circa 600mila voti in meno ma ribadisce la centralità della Lega nello scenario politico veneto e consolida un processo di rinnovamento generazionale al vertice della Regione.
Nel suo primo messaggio post-vittoria, Stefani ha parlato agli elettori con toni di forte responsabilità, assicurando che al centro dell’azione di governo ci saranno i bisogni concreti delle persone. «Intendo lavorare con occhi e cuore per tutto il Veneto», ha sottolineato, ribadendo la volontà di essere un “sindaco” della Regione, vicino ai territori e orientato a soluzioni pragmatiche. La premier Giorgia Meloni lo ha subito felicitato, evidenziando la serietà e la coesione della coalizione che ha sostenuto la sua candidatura.
Il programma del neo presidente si concentra su politiche sociali, innovazione e sviluppo sostenibile: dall’ecologia alla lotta al disagio giovanile, dal rafforzamento degli sportelli psicologici al sostegno agli anziani, passando per un nuovo impulso alla competitività economica attraverso strumenti mirati a imprese e lavoratori. Centrale anche la volontà di valorizzare l’eredità amministrativa di Luca Zaia, ritenuta da Stefani un patrimonio essenziale per proiettare il Veneto nel futuro.
Sul fronte economico, grande attenzione è dedicata al mondo produttivo, con l’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese che rappresentano il 94,5% del sistema regionale. Stefani punta a rafforzare il federalismo fiscale, orientando maggiori risorse verso i territori per investimenti strategici in infrastrutture, ricerca, tecnologia e formazione professionale, indispensabile per colmare entro il 2030 il crescente gap di lavoratori qualificati. L’idea è quella di un Veneto ancora più competitivo, capace di attirare capitale umano e innovazione e di trasformare sfide globali come la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale in opportunità di crescita.
Un’impostazione che ha ricevuto un’accoglienza positiva anche dal sistema industriale scaligero. Giuseppe Riello, presidente di Confindustria Verona, ha voluto rivolgere a Stefani un augurio di buon lavoro, sottolineando come la nuova legislatura rappresenti un’occasione per rinsaldare il rapporto tra istituzioni e aziende. Riello ha ribadito che «è cruciale che la politica metta al centro l’industria, motore dello sviluppo e del benessere economico territoriale, riducendo le distanze tra imprese e istituzioni per un dialogo concreto e operativo». Un messaggio che si inserisce perfettamente nella visione espressa dal neo presidente, intenzionato a valorizzare le imprese di qualità e a promuovere un ecosistema favorevole all’occupazione dignitosa.

La vittoria di Stefani non rappresenta solo un passaggio politico, ma l’avvio di una stagione in cui autonomia, innovazione e politiche sociali diventano gli assi portanti per rilanciare il Veneto in un momento caratterizzato da sfide economiche e demografiche complesse. Ora l’attenzione si sposta sulla formazione della nuova Giunta e sulla capacità del presidente di tradurre il suo ambizioso programma in risultati concreti, soprattutto nei territori più produttivi come Verona, dove imprese e cittadini attendono risposte rapide e misurabili.
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