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Paolo Arena: «Il Catullo crescerà ancora: pronti a superare i 4 milioni di passeggeri»

di Matteo Scolari
Il presidente dell’aeroporto Valerio Catullo parla della crescita dello scalo, del progetto Romeo in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina e delle sfide infrastrutturali per Verona.

Negli ultimi anni l’aeroporto Valerio Catullo ha intrapreso un percorso di sviluppo strutturato, sostenuto dal progetto Romeo e dall’ingresso nel network del sistema aeroportuale del Nordest. Una strategia che si riflette nei numeri: rotte in aumento, collegamenti europei potenziati e la prospettiva di superare, nel 2025, il record dei 4 milioni di passeggeri. Paolo Arena ripercorre risultati, criticità e le sfide legate alle Olimpiadi Milano-Cortina, che vedranno Verona in prima linea anche sul fronte paralimpico.

Presidente, il Catullo sta vivendo un periodo di forte crescita. Qual è la fotografia attuale dello scalo?

Sì, è una crescita decisa che ripercorre tutta l’attività industriale che abbiamo svolto in questi ultimi anni e che ci porterà alla chiusura dei lavori del progetto Romeo entro le Olimpiadi, come avevamo promesso alla città e ai nostri soci. I lavori sono in corso e il traffico continua ad aumentare.
Riteniamo – facendo tutti gli scongiuri – che chiuderemo il 2025 superando i 4 milioni di passeggeri, un record per il Catullo perché è un numero che non abbiamo mai raggiunto.
Abbiamo inoltre tratte molto interessanti: sta andando molto bene il volo su Parigi Charles de Gaulle, che permette collegamenti internazionali dal Nord e Sud America e dall’Estremo Oriente. Aggiungendo Monaco e Francoforte, colleghiamo di fatto Verona con tutto il mondo.

Questi risultati sono frutto di investimenti importanti. Come si è arrivati a questo rilancio?

Nascono da un lavoro progettuale che i soci hanno voluto affidare al consiglio d’amministrazione quando siamo entrati nel sistema aeroportuale del Nordest. Oggi siamo collegati con Venezia, Treviso, Verona e Brescia Montichiari, oltre alla partecipazione a Charleroi del gruppo Save. Abbiamo pensato un’infrastruttura che non fosse solo locale, ma un network internazionale.
In più, abbiamo rifatto completamente l’infrastruttura: chi arriva oggi trova un aeroporto nuovo, innovativo e pronto a sfide importanti sui numeri dei prossimi anni.

Le Olimpiadi Milano-Cortina rappresentano un banco di prova. Che ruolo avrà l’aeroporto?

Il progetto Romeo nasce anche per questo. L’evento ha fissato una data che ha incentivato tutti gli operatori a completare i lavori in tempo per un appuntamento straordinario, che metterà Verona al centro del mondo. Il Catullo sarà molto coinvolto soprattutto per le Paralimpiadi: Verona ospiterà la chiusura delle Olimpiadi e l’apertura delle Paralimpiadi in Arena.
Dal punto di vista logistico, trasportare tutto ciò che serve agli atleti paralimpici è una sfida enorme. Lavoreremo in sinergia con Verona, Venezia e Treviso. Saremo pronti: lo scalo sarà terminato anche nelle aree esterne, offrendo un’immagine importante della città.

Da presidente di Confcommercio, che impatto si aspetta dalle Olimpiadi sul territorio?

È un evento che va promosso a livello internazionale, non solo locale. La città deve essere pronta ad accogliere migliaia di persone e a mostrarsi al meglio. Come Camera di Commercio (di cui Arena è vicepresidente, nrd) abbiamo messo a disposizione Verona DVG, l’ente che cura la promozione internazionale. Se lavoreremo bene, vedremo i risultati nei prossimi anni.

In tema di infrastrutture, si parla molto dei collegamenti ferroviari e del rapporto tra aeroporto e territorio. A che punto siamo?

Non è utopistico collegare il Catullo al Lago di Garda: il progetto è in elaborazione. Quello che però non è più accettabile è avere tempistiche di 10 anni per opere così strategiche. L’Italia deve diventare più veloce.
Se vogliamo essere sostenibili, non possiamo pensare che chi arriva da Londra impieghi 1 ora e 50 per atterrare, e poi 4 o 5 ore per arrivare a Malcesine. Serve un commissario, serve il finanziamento del governo. Anche per il progetto Romeo abbiamo impiegato 5 anni spingendo al massimo possibile. Le infrastrutture sono fondamentali per candidarci a diventare una città internazionale.

Verona 2040 è un progetto che guarda allo sviluppo a lungo termine. Qual è la sua visione?

Verona 2040 nasce per rendere la città più pragmatica: meno parole e più fatti. I numeri dicono che la città sta invecchiando, e questo preoccupa. Dobbiamo attrarre nuove famiglie e giovani dall’Europa.
Molti ragazzi formati qui scelgono altre metropoli: dobbiamo chiederci perché. Dobbiamo promuovere la città e attrarre aziende internazionali. Lavoriamo già con delegazioni da Canada, Uruguay, Cile, Brasile. Per raggiungere gli obiettivi serve una rotta chiara, ma anche capacità di adattarsi: il mondo cambia velocemente.

Chiudiamo parlando di turismo: Verona sta puntando sul congressuale. Qual è il contributo del Catullo?

Abbiamo costituito un’ATI con Veronafiere e Verona UP per creare una realtà accogliente per il turismo congressuale. Serve un centro congressi: stiamo ragionando con il Comune sull’utilizzo della Guardia, ma non basterà. Per congressi più importanti serve una struttura più grande, ed è per questo che abbiamo coinvolto Veronafiere. Lavorando insieme raggiungeremo un obiettivo atteso da anni.
Il congressuale aiuterà a destagionalizzare le presenze turistiche, completando un’offerta già forte grazie all’Arena e al Lago di Garda.

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