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Ronca e Marani: «La gestione del rischio è l’unico vero strumento a tutela dell’agricoltura»

di Matteo Scolari
Il presidente e il direttore di Codive Verona raccontano l’attività del consorzio, i danni causati dal maltempo e l’importanza di politiche stabili per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole. Quinto appuntamento della Settimana Veronese della Finanza dedicato al settore agroalimentare.

Da oltre cinquant’anni, Codive Verona rappresenta un punto di riferimento per la gestione del rischio in agricoltura, tutelando le imprese agricole veronesi e non solo dalle conseguenze dei fenomeni meteorologici estremi. Con 271 milioni di euro di risarcimenti erogati nel 2024 e un sistema mutualistico in costante aggiornamento, il consorzio presieduto da Davide Ronca e diretto da Michele Marani è oggi una delle realtà più strutturate d’Italia nel campo delle assicurazioni agricole collettive.

Presidente, ricordiamo innanzitutto che cos’è Codive Verona e quale ruolo svolge nel sistema agricolo.

Codive nasce 52 anni fa per volontà degli agricoltori, che decisero di associarsi e ottenere condizioni assicurative più vantaggiose per proteggere le proprie produzioni. Da allora gestiamo i rapporti con le principali compagnie di assicurazione, aiutando le imprese a scegliere le polizze più adatte. Ogni azienda ha le proprie peculiarità e vulnerabilità, e il nostro compito è costruire soluzioni su misura per tutelare il reddito e salvaguardare le produzioni agricole.

Gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti. Quanto incide questo sulla vostra attività?

Moltissimo. Negli ultimi anni il lavoro è aumentato in modo esponenziale. Siamo passati da fenomeni sporadici a eventi devastanti e ricorrenti, come le trombe d’aria che hanno colpito il territorio tra Verona e Vicenza a settembre, causando milioni di euro di danni. È la dimostrazione che il cambiamento climatico non è più un’ipotesi ma una realtà, e che le aziende devono essere tutelate con strumenti efficaci e aggiornati.

Direttore, quali sono stati i principali numeri degli ultimi anni?

Il 2023 è stato l’anno peggiore di sempre, con 65 milioni di euro di risarcimenti. Nel 2024 siamo scesi a 27 milioni, ma resta una cifra enorme, segno che i fenomeni estremi continuano a colpire con forza. Tutto questo conferma l’importanza della gestione del rischio come strumento indispensabile: senza assicurazioni, molte aziende non sopravviverebbero nemmeno a un singolo evento calamitoso.

Presidente, dialogate spesso con le associazioni di categoria e con la politica. Quali sono le vostre richieste principali?

Collaboriamo in modo costante con Coldiretti, Confagricoltura e Cia, che siedono nel nostro consiglio. Insieme chiediamo alla politica di non sottovalutare il tema della gestione del rischio. È l’unico strumento che risponde in modo rapido e concreto alle emergenze. Deve essere modernizzato e sostenuto economicamente, perché senza un contributo stabile e tempestivo le aziende non riescono a sostenere i premi assicurativi sempre più elevati.

Avete citato anche l’Agrifondo mutualistico. In cosa consiste?

È uno strumento che abbiamo creato circa dieci anni fa per coprire ciò che le compagnie non riescono ad assicurare, come danni indiretti o situazioni particolari. Non risolve tutti i problemi, ma permette di dare un aiuto immediato alle aziende colpite. È una risposta rapida e solidale che dimostra quanto sia importante il sistema mutualistico, soprattutto in un momento in cui gli eventi calamitosi si moltiplicano.

Direttore, Codive offre anche un servizio di consulenza agli associati?

Sì, certo. Non siamo un ente commerciale e non vendiamo polizze. Siamo una cooperativa di agricoltori che offre supporto tecnico e informativo. Aiutiamo le aziende a individuare la copertura più adatta e sostenibile, calibrata sulla dimensione aziendale e sul tipo di coltura. Il nostro obiettivo è trovare soluzioni concrete, non vendere prodotti.

Presidente, quali sono le sfide per i prossimi anni?

La più grande difficoltà oggi è legata ai ritardi nell’erogazione dei contributi pubblici, che generano interessi passivi sempre più pesanti. Siamo passati da 300 mila euro a oltre 2 milioni e 300 mila di interessi, a causa del ritardo dei fondi destinati agli agricoltori. È una situazione insostenibile. Servono regole chiare e tempi certi, perché solo così la gestione del rischio potrà continuare a essere un pilastro della sicurezza agricola.

Direttore, state lavorando anche a nuovi strumenti assicurativi?

Sì, stiamo sviluppando progetti innovativi che potranno ampliare le tutele per le aziende. Non possiamo ancora anticipare i dettagli, ma il nostro impegno è continuare a creare soluzioni su misura, capaci di rispondere a un contesto climatico ed economico sempre più complesso. Codive continuerà a essere al fianco degli agricoltori con strumenti efficaci e sostenibili.

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