Sanità pubblica: firmato il nuovo CCNL, aumenti da 172 euro e più tutele per 600 mila lavoratori
di Matteo ScolariLa Cisl Funzione Pubblica annuncia la firma dell’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2022–2024 per il comparto Sanità pubblica, che interessa circa 600 mila lavoratrici, lavoratori e professionisti del Servizio Sanitario Nazionale.
Il nuovo CCNL, sottoscritto ieri dopo mesi di confronto, introduce aumenti medi in busta paga di 172 euro, arretrati, nuove indennità, maggiori tutele professionali e una valorizzazione concreta del lavoro nei servizi sanitari di frontiera.
«Promessa mantenuta – commenta Giovanni Zanini, segretario generale della Cisl Fp Verona –. Questo contratto restituisce dignità, certezze e riconoscimento economico a chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini. È il risultato di un’azione sindacale responsabile e determinata, portata avanti anche nei momenti più difficili, quando il tavolo era fermo su posizioni che non condividevamo».

Le aziende e gli enti del settore sanitario avranno 30 giorni di tempo per applicare le nuove disposizioni economiche e normative. Contestualmente partirà la contrattazione integrativa aziendale, che darà attuazione ai nuovi istituti previsti: dalle indennità e incarichi alle misure di prevenzione delle aggressioni al personale, dall’esonero dai turni notturni per gli over 60 ai nuovi strumenti di formazione continua.
Zanini sottolinea inoltre che CGIL e UIL, non avendo sottoscritto l’ipotesi di accordo, non potranno partecipare alla contrattazione integrativa, con conseguenze dirette sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro.
La Cisl Fp guarda già avanti e chiede di avviare al più presto la trattativa per il rinnovo 2025–2027: «Serve un nuovo contratto in tempi rapidi, per evitare vuoti normativi e garantire stabilità e potere d’acquisto ai lavoratori del sistema sanitario – spiega Zanini –. Chiediamo al Comitato di Settore delle Regioni di approvare subito l’Atto di Indirizzo necessario all’apertura del nuovo tavolo».
Tra le priorità indicate dal sindacato figurano la detassazione degli aumenti contrattuali e dei premi di risultato, il riconoscimento delle specificità delle professioni sanitarie e sociosanitarie e una tutela previdenziale più adeguata per i profili più esposti.
«La nostra è un’azione a tutto campo, propria di un sindacato che non si limita a rivendicare, ma partecipa al cambiamento del lavoro pubblico – conclude Zanini –. Vogliamo rendere il sistema sanitario più attrattivo e colmare il divario salariale con l’Europa, garantendo ai lavoratori il riconoscimento che meritano».
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