Andrea Battista: «L’Italia resta sottoassicurata, ma la domanda di protezione cresce a doppia cifra»
di Matteo ScolariNel corso della 21ª Settimana Veronese della Finanza, Economia e Lavoro, Andrea Battista, amministratore delegato di Net Insurance, ha ripercorso il percorso di sviluppo della compagnia, che in pochi anni ha raddoppiato le proprie dimensioni diventando un punto di riferimento nel panorama assicurativo italiano. Dopo l’ingresso nel gruppo Poste Italiane, la società ha consolidato la propria crescita grazie a una governance stabile, una forte capacità distributiva e una strategia orientata all’innovazione.
Dottor Battista, i vostri risultati confermano un momento di grande espansione per Net Insurance.
Sì, è un anno davvero straordinario. I premi, che rappresentano il nostro fatturato, hanno superato 200 milioni di euro già nel primo semestre, e stimiamo di chiudere l’anno vicino ai 400 milioni. Significa che in soli tre anni, dal momento dell’operazione straordinaria con Poste Italiane, avremo raddoppiato le dimensioni della società. Si tratta di tassi di crescita eccezionali, ben oltre la media del mercato, frutto della nostra strategia e della solidità patrimoniale garantita dal nuovo assetto di governance.
Quali effetti ha avuto l’ingresso nel gruppo Poste Italiane?
L’operazione, avvenuta tramite Poste Vita, ha comportato il delisting di Net Insurance e l’ingresso di un socio di controllo solido e istituzionale. Questo ha rafforzato la nostra stabilità patrimoniale, migliorato il rating implicito e aumentato la credibilità percepita dal mercato. In un settore come quello assicurativo, dove la fiducia e la solidità contano più di ogni altra cosa, questo passaggio ha rappresentato una spinta decisiva. A ciò si sono aggiunte sinergie distributive e operative che stanno continuando a produrre effetti molto positivi.
Come sta evolvendo oggi il mercato assicurativo italiano?
L’Italia, come molti Paesi europei, parte da una condizione di sottoassicurazione strutturale. I bisogni di protezione sono cresciuti, ma le coperture effettive restano inferiori al necessario, per motivi culturali e istituzionali. Negli ultimi anni, però, soprattutto dopo la pandemia, abbiamo assistito a una crescita significativa del mercato volontario, cioè delle coperture non obbligatorie legate a famiglie e imprese.
Ci sono comparti, come il ramo malattia, che crescono da anni a doppia cifra. È un segnale di cambiamento: la domanda di protezione sta aumentando e il “gap assicurativo” si sta gradualmente riducendo, anche se il percorso resta lungo.
Le nuove generazioni si avvicinano al mondo assicurativo?
Le fasce più giovani sono ancora parzialmente coinvolte, ma è naturale: hanno esigenze assicurative più semplici. Il vero tema è sviluppare un linguaggio e canali distributivi più adatti ai giovani, cosa che il settore sta iniziando a fare. Le piattaforme digitali, gli smartphone e le app stanno rendendo più facile l’accesso alle informazioni e ai prodotti assicurativi. È una rivoluzione lenta ma in corso, e noi ci crediamo molto.
Parliamo di innovazione: quale ruolo avranno digitalizzazione e intelligenza artificiale nel vostro settore?
La digitalizzazione è ormai una realtà consolidata, e il nostro gruppo può essere considerato una compagnia nativa digitale. Tuttavia, io la definisco solo la “fase uno” dell’evoluzione tecnologica. La “fase due” sarà l’intelligenza artificiale, che potrà incidere profondamente su tutti gli aspetti del business: dalla valutazione dei rischi alla gestione dei sinistri.
La digitalizzazione migliora la fruizione dei servizi; l’intelligenza artificiale, invece, può trasformare la gestione tecnica e operativa del settore, aumentando la precisione e riducendo i tempi di risposta. Sarà una rivoluzione da governare con equilibrio e responsabilità.
Quali sono i prossimi obiettivi di Net Insurance?
Stiamo aggiornando il nostro piano industriale con l’obiettivo di consolidare la crescita e rafforzarci nei segmenti più giovani, come il ramo cauzioni e i corpi veicoli terrestri, dove stiamo registrando risultati molto positivi. Continueremo a investire nei nostri settori storici — cessione del quinto e bancassicurazione — e ad esplorare nuove aree di diversificazione.
Il nostro modello multispecialistico si è dimostrato vincente e ci permette di guardare con fiducia ai prossimi anni, puntando su innovazione, solidità e servizio al cliente.
Di recente ha pubblicato anche un libro, “Ex Strategy”, edito da Luiss University Press. Di cosa tratta?
È un libro che racconta la storia imprenditoriale di Net Insurance, dal momento dell’idea fino all’operazione di cambio di governance con Poste Vita. Ma non è solo una storia aziendale: è anche una riflessione su ciò che significa fare impresa oggi, costruire una start-up e trasformarla in una realtà di successo.
Ho voluto condividere questa esperienza perché credo che i principi appresi siano utili e generalizzabili, non solo per chi lavora nel settore assicurativo ma per chiunque voglia comprendere cosa significa innovare, crescere e creare valore in modo sostenibile.
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