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Vini della Valpolicella: i marchi collettivi passano dalla Camera di Commercio al Consorzio

di Matteo Scolari
Ufficializzata un’operazione che rafforza la tutela internazionale dei grandi rossi veneti, dall’Amarone al Recioto, con 176 vertenze tra Italia e estero già avviate dal 2018.

Dopo 21 anni, la titolarità dei marchi collettivi e di certificazione dei vini della Valpolicella – tra cui Amarone, Amarone della Valpolicella, Recioto della Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Valpolicella – passa ufficialmente dalla Camera di Commercio di Verona al Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella. La cessione, formalizzata con atto notarile e annunciata oggi in conferenza stampa presso la Prefettura di Verona, riunisce sotto un unico ente la gestione delle denominazioni di origine e quella dei marchi collettivi, strumenti fondamentali per la registrazione e la difesa dei vini italiani sui mercati nazionali e internazionali.

Un momento della conferenza stampa.

«Dal 2004 abbiamo registrato i marchi collettivi nei principali mercati mondiali, supportando il Consorzio nella tutela dell’identità e dell’autenticità dei vini della Valpolicella», ha spiegato Carlo De Paoli, componente di giunta della Camera di Commercio di Verona. «Oggi, con la cessione dei marchi, il Consorzio potrà operare con maggiore autonomia e incisività».

Carlo De Paoli.

«La titolarità dei marchi collettivi ci consentirà di essere ancora più incisivi sul fronte della tutela», ha aggiunto Christian Marchesini, presidente del Consorzio. «Dal 2018 abbiamo investito oltre 1,2 milioni di euro per impedire contraffazioni e Italian sounding, con 176 vertenze tra cause concluse e in corso, in Italia e all’estero. Tra i casi chiusi con successo ricordiamo i marchi svedesi ‘Casa Marrone’ e ‘Casa Marrone Appassimento’, nonché ‘Passorone’ e ‘Ronepasso’, che hanno portato circa 1 milione di euro nelle casse del Consorzio, reinvestito in promozione».

Christian Marchesini.

L’Amarone risulta il vino più “soundizzato”: solo nel 2024 sono stati 20 i casi rilevati. Le attività di sorveglianza, condotte mensilmente dal Consorzio, hanno portato al ritiro o al blocco di prodotti contraffatti in Cina, Brasile, Italia, Ue, Francia, Stati Uniti, Norvegia e Australia, con etichette come “A Ma Luo Ni”, “Emporio Amarone”, “Amaronauta” e “Shiraz Metode Ripasso”.

Il prossimo passo del Consorzio, entro fine anno, sarà la trascrizione dell’avvenuta cessione dei marchi, garantendo la titolarità su tutti i mercati attualmente coperti dalla registrazione camerale, in 41 Paesi, di cui 27 in Europa e 14 extra UE, dal Canada all’Australia, dalla Cina agli Stati Uniti fino al Sudafrica, all’Argentina, al Giappone e alla Nuova Zelanda.

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