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Filiberto Semenzin: «Comunicazione, coesione e crescita sono le chiavi per il nostro futuro»

di Matteo Scolari
Il presidente di Verona Stone District fa il punto alla vigilia della 59ª edizione di Marmomac: mercato internazionale, coesione territoriale, formazione e innovazione al centro della strategia.

Verona si prepara ad accogliere la 59ª edizione di Marmomac, appuntamento che per qualche giorno trasforma la città nella capitale mondiale del lapideo. Ma il settore è protagonista tutto l’anno grazie al lavoro del Verona Stone District, realtà che dal 2018 ha saputo unire consorzi, imprese e territori sotto un’unica regia. Con Filiberto Semenzin abbiamo parlato di export, coesione, rapporti con le istituzioni, formazione e delle nuove sfide legate a innovazione e sostenibilità.

Presidente, Marmomac resta un appuntamento fondamentale per le imprese del distretto. Che valore ha oggi questa fiera?

Sicuramente grazie all’intervento di Veronafiere, Marmomac è diventata un’opportunità importantissima per le nostre imprese e per tutto il made in Italy del settore lapideo. Qui rappresentiamo l’eccellenza sotto tutti i punti di vista, è un hub di relazioni e di business irrinunciabile.

Lo scenario internazionale è però complesso. Quali sono le principali difficoltà per le aziende oggi?

Il problema più grande è l’incertezza, dettata dalle tensioni geopolitiche. I dazi hanno il loro peso, ma la vera difficoltà per gli imprenditori è muoversi in un contesto instabile, che frena investimenti e produttività. Anche la Germania, secondo mercato di riferimento dopo gli Stati Uniti, ha registrato una frenata significativa nonostante gli incentivi messi in campo dal governo.

Verona Stone District è nato con l’obiettivo di presentarsi in modo coeso. Che risultati ha portato questa scelta?

È stata un’intuizione vincente: presentarsi uniti sul mercato e nei rapporti istituzionali ha portato a risultati importanti. Ha permesso di superare rivalità storiche e di far dialogare province come Verona e Vicenza, che insieme contano oltre 600 imprese e più di 4.000 addetti. La legge regionale sui distretti ha favorito questa coesione e oggi parliamo di un’unica realtà, capace di rappresentare al meglio le aziende.

Quest’anno vi presentate con lo slogan delle “3C”. Cosa significano?

Le tre C stanno per comunicazione, coesione e crescita. Comunicare l’eccellenza delle nostre aziende è fondamentale. La coesione ci permette di presentarci sotto un brand unico accanto a quello del made in Italy, sinonimo di artigianalità, ricerca e innovazione. Infine, la crescita: dobbiamo percorrere nuove strade, rafforzare le alleanze con Confindustria Verona, Confindustria Marmomacchine e soprattutto con Veronafiere, per promuovere missioni all’estero e incoming strutturati.

Il distretto punta molto anche sulla formazione e sull’innovazione. Quali sono le priorità?

Il nostro è un distretto di trasformazione: a Verona arrivano materiali da tutto il mondo e qui vengono lavorati in semilavorati e prodotti finiti. Registriamo una lieve flessione sul semilavorato, ma un aumento del prodotto finito, segno che l’artigianalità e la capacità di innovare fanno la differenza. La scuola di Sant’Ambrogio forma giovani capaci di usare macchine a controllo numerico, ma anche di mettere creatività e sensibilità tipiche del made in Italy. Per il futuro sarà decisivo rafforzare il legame con università e centri di ricerca, sia per l’innovazione sia per affrontare sfide come il riuso degli scarti e la sostenibilità.

Dove possiamo incontrarvi a Marmomac 2025?

Saremo al Padiglione 6, stand B5, insieme ai consorzi del distretto e con le aziende vicentine. Invitiamo tutti a venirci a trovare: sarà un’occasione per conoscere le eccellenze del nostro territorio.

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