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Donato Larizza: «Marmomac, la fiera più importante al mondo per il settore lapideo»

di Matteo Scolari
Il presidente di ASMAVE – Consorzio Marmisti Veronesi, racconta il fermento alla vigilia della 59ª edizione di Marmomac, tra export, mercato interno, formazione e nuove sfide sulla sostenibilità.

Alla vigilia della 59ª edizione di Marmomac, il comparto lapideo veronese vive giorni di grande fermento tra preparativi fieristici, visite dei clienti in azienda e una stagione di commesse che, pur dentro uno scenario internazionale complesso, resta vivace soprattutto per i laboratori e i progetti su misura. Con Donato Larizza facciamo il punto su export, mercato interno, formazione, marcatura CE e le iniziative di ASMAVE, inclusa la nuova edizione della Scuola di alta formazione.

Che clima si respira tra le aziende veronesi alla vigilia di Marmomac?

C’è fermento da settimane: le imprese hanno iniziato a organizzarsi già dai primi di settembre, molte ospitano clienti che arrivano a Verona proprio in concomitanza con la fiera per visite e eventi in sede oltre che in quartiere. Marmomac resta “la fiera più importante al mondo” per il settore, nata storicamente a Sant’Ambrogio grazie all’associazione dei marmisti, e continua a essere un hub imprescindibile per incontri e business.

Export e scenari globali: qual è la fotografia oggi?

Le aziende del distretto esportano tra il 70% e l’80% della produzione. Il contesto resta sfidante: due guerre in corso, l’impossibilità di esportare in Russia, la debolezza di Germania e Francia (mercati chiave, specie per la Valpolicella) e i dazi negli Stati Uniti. Si registra un calo per i grandi produttori di lastre, mentre i laboratori impegnati in lavorazioni particolari e commesse “su progetto” sono pieni e faticano a stare dietro alla domanda. Resta aperto il tema della carenza di manodopera. L’andamento è stato “a onde”: rallentamento a inizio anno, ripresa tra marzo-maggio che ha riassorbito il gap, una pausa estiva e una nuova ripartenza nel post-ferie.

E il mercato interno?

Dopo la fine del “bonus 110%” si è visto un rallentamento, pur con cantieri ancora attivi. Incidono i prezzi elevati delle abitazioni: molti giovani cercano casa in paesi limitrofi più accessibili. Per rilanciare servirebbe lavorare su salari e sulla fiscalità del piccolo imprenditore, così da rimettere in moto il mercato immobiliare e, a cascata, la domanda di pietra naturale.

Difendere il made in Italy passa anche dalla formazione: com’è andata la vostra Scuola di alta formazione?

Il progetto – proposto dal dott. Primavori – è piaciuto subito. Il corso, inizialmente pensato da 800 ore e poi ridotto a 400 per renderlo più fruibile, ha coinvolto 26 partecipanti. La formula ha alternato moduli intensivi (con cadenza circa tri-settimanale) lungo otto mesi, con lezioni in aula e numerose uscite: cave, laboratori e aziende dell’indotto (collanti, impianti, posa, fissaggi). Un percorso multidisciplinare che parte dalla storia e dalla geologia – comprendere come nascono e si trasformano gli strati sedimentari aiuta a scegliere e lavorare meglio i materiali – e arriva a marketing e post-vendita. L’obiettivo è formare professionisti capaci non solo di vendere lastre o finiti, ma anche di consigliare al cliente l’uso corretto dei prodotti: un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza estera.

Dove si possono trovare informazioni su ASMAVE e sui percorsi formativi?

Sul sito asmave.eu sono disponibili aggiornamenti sulle attività consortili e sulla scuola.

Quali sono le principali iniziative dell’associazione in questa stagione?

Il 25 settembre, alle 17:15, al Padiglione 1 di Marmomac è prevista la premiazione dei partecipanti alla Scuola e la presentazione della nuova edizione. Sul fronte normativo, ASMAVE insiste sulla marcatura CE – sempre più richiesta dai cantieri e talvolta persino “post-consegna” – e ha predisposto anche una dichiarazione ad hoc per l’export in Australia, dove sono richiesti dati ulteriori rispetto alle marcature standard. Con i partner sono stati organizzati seminari su rating, risparmio, LCA, certificazioni e registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti. Tra gli eventi, la seconda edizione del simposio di scultura (17-19 aprile alla Scuola del Marmo di Sant’Ambrogio) con premiazione il 26 giugno in sede consortile; le attività dell’Academy con visite anche alle cave in galleria di Carrara; un progetto con una società di recruiting per formare – con 80 ore curate da ASMAVE – nuove figure da inserire in azienda. In fiera, il consorzio è al Pad. 6, stand B5, insieme al Distretto.

Gestione dei rifiuti: a che punto siete con il progetto?

Il tema è annoso. Da quasi due anni ASMAVE studia una soluzione alternativa alla sola discarica per trasformare lo “scarto” in sottoprodotto e, dove possibile, rilavorarlo ottenendo nuovi materiali. A breve partiranno conferimenti pilota con un paio di aziende per tarare il modello con i partner; se i test confermeranno l’impostazione, il progetto sarà esteso ai consorziati. Su questo fronte servirà anche il supporto della politica.

Due livelli di formazione per il settore: come si integrano?

Esistono due percorsi complementari: la Scuola del Marmo (collegata all’istituto di San Zeno) per chi entra nei laboratori e in produzione; e la Scuola di alta formazione per chi punta a ruoli di gestione e direzione. In entrambi i casi la parola d’ordine è competenza: “devi sapere, perché se non sai…”.

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