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OPS di MPS su Mediobanca: l’offerente supera il 35%, ma Piazzetta Cuccia ribadisce il no

di Matteo Scolari
L’istituto senese spinge sull’acceleratore dopo aver raggiunto il 38,5% del capitale di Mediobanca e prepara la riapertura dei termini, mentre a Milano resta ferma la linea del rifiuto.

Nuovo capitolo nella partita finanziaria che vede Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) tentare la scalata a Mediobanca. Con una nota diffusa il 3 settembre, l’istituto senese ha annunciato di aver superato la soglia minima del 35% del capitale sociale di Piazzetta Cuccia grazie a oltre 313 milioni di azioni portate in adesione, pari al 38,5% del capitale, oltre alle partecipazioni già detenute. Una notizia che conferma l’efficacia dell’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria totalitaria (OPS), aprendo la strada alla riapertura dei termini fissata tra il 16 e il 22 settembre, con regolamento previsto per il 29 settembre.

L’aggiornamento di MPS segue l’annuncio del 2 settembre, quando l’Offerente aveva comunicato un incremento del corrispettivo, portato a 2,533 azioni di nuova emissione MPS più 0,90 euro in contanti per ogni azione Mediobanca. Una mossa volta ad aumentare le adesioni e accompagnata dalla rinuncia alla condizione soglia del 66,7%, sostituita dalla sola soglia minima del 35%.

La sede di Monte dei Paschi di Siena, a Siena
La sede di Monte dei Paschi di Siena, a Siena

Nonostante ciò, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca guidato dal presidente Renato Pagliaro e dall’amministratore delegato Alberto Nagel, riunitosi il 4 settembre, ha confermato la linea di chiusura. Il board ha ribadito che l’offerta di MPS non ha razionale industriale e non riconosce appieno il valore intrinseco di Mediobanca, soprattutto in relazione al piano strategico “One Brand-One Culture” esteso al 2028. Anche il nuovo corrispettivo, secondo i consiglieri, trasferisce la gran parte dei rischi dell’operazione sugli attuali azionisti di Mediobanca e non remunera adeguatamente il contributo che l’istituto milanese porterebbe alla “combined entity”.

La decisione del CdA è stata presa a larga maggioranza, con un solo voto contrario (Sandro Panizza) e un’astensione (Sabrina Pucci). Le fairness opinion dei consulenti finanziari Centerview, Equita e Goldman Sachs, già critiche sulla congruità dell’offerta iniziale, sono state sostanzialmente confermate anche alla luce dei dati di mercato aggiornati.

Alberto Nagel, ad Mediobanca.

Mentre MPS rafforza il suo posizionamento superando la soglia minima di partecipazione, Mediobanca continua a respingere l’operazione, avvertendo i soci dei rischi di possibili dissinergie e di una distruzione di valore. I prossimi giorni, con la chiusura del periodo di adesione l’8 settembre e la successiva riapertura, saranno decisivi per capire quale direzione prenderà il futuro della banca d’affari milanese.

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