Sanità digitale, AISI: «Il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 è un passaggio epocale»
di Matteo ScolariCon la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sul Profilo Sanitario Sintetico (PSS), tassello fondamentale del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, la sanità italiana entra in una fase decisiva. Entro il 30 settembre 2025 il sistema dovrà essere pienamente operativo, raccogliendo i dati essenziali di ogni cittadino per assicurare continuità di cura, interoperabilità e accesso immediato alle informazioni cliniche. Un cambiamento che coinvolge l’intero Servizio sanitario nazionale e, per la prima volta, anche le strutture private accreditate.
Il Veneto si muove in anticipo grazie all’avviso pubblico pubblicato a luglio da Azienda Zero, che prevede contributi a fondo perduto del PNRR per supportare l’integrazione del privato accreditato nel nuovo sistema digitale. Per AISI – Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, la Regione rappresenta un caso emblematico e un modello potenzialmente esportabile a livello nazionale.

«Il finanziamento europeo rappresenta una svolta strategica per l’intero sistema sanitario – commenta la presidente Karin Saccomanno –. L’interoperabilità del FSE 2.0 è la condizione indispensabile per un sistema moderno, trasparente e vicino alle persone. Il Veneto può diventare il laboratorio nazionale di questa transizione, con vantaggi immediati per cittadini e professionisti. Il privato è pronto a collaborare».
Più prudente il direttore generale Giovanni Onesti, che avverte: «In molte Regioni e anche in Veneto esistono cliniche e ambulatori che non dispongono ancora di gestionali digitali integrati. Senza un’infrastruttura di base e senza percorsi di formazione specifici, la digitalizzazione rischia di ampliare il divario tra strutture grandi e piccole. Occorre garantire tempi rapidi di fornitura tecnologica e un accompagnamento concreto, altrimenti ne soffrirà l’intera rete assistenziale».
Il segretario generale Fabio Vivaldi sottolinea la necessità di «bandi flessibili e team tecnici di supporto che accompagnino le strutture medio-piccole in ogni fase, dalla formazione al testing sul campo. Solo così si eviteranno sprechi e si garantirà un’integrazione completa. La digitalizzazione non deve diventare un fattore di esclusione, ma uno strumento di equità e inclusione».
Per AISI, il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 non è un semplice adempimento burocratico ma un investimento sulla salute: riduce le duplicazioni, rafforza la continuità assistenziale e rende più efficiente l’intero sistema. «Il Veneto sta aprendo la strada – conclude l’associazione – ma la sfida riguarda l’Italia intera: solo con un pieno coinvolgimento del privato accreditato e puro si potrà garantire un sistema sanitario digitale e all’altezza delle aspettative di cittadini e professionisti».
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