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Dazi USA-UE: stangata da oltre 4 miliardi sulla spesa delle famiglie italiane

di Matteo Scolari
Secondo il Codacons l’intesa commerciale rischia di far lievitare i prezzi al dettaglio: automotive e alimentare i settori più penalizzati, con effetti a cascata anche su mutui e tassi di interesse.

L’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe trasformarsi in una nuova batosta per i consumatori italiani. Secondo le stime del Codacons, a regime l’impatto sul carrello della spesa potrebbe raggiungere i 4,2 miliardi di euro l’anno, aggravando ulteriormente i bilanci familiari già messi a dura prova da anni di rincari.

Le minori esportazioni verso gli USA – se non compensate da nuovi sbocchi commerciali – ridurrebbero infatti i profitti delle imprese italiane ed europee, costringendo molti produttori a rialzare i listini interni. Mentre comparti come il lusso potrebbero assorbire meglio la nuova cornice tariffaria, settori cruciali come automotive e alimentare rischiano contraccolpi pesanti.

Il Codacons calcola che con dazi al 15% e un impatto sull’inflazione di +0,3%, la spesa delle famiglie italiane crescerebbe di 2,55 miliardi di euro l’anno. Se l’aumento fosse più marcato, con inflazione al +0,5%, il conto salirebbe a 4,23 miliardi di euro. A ciò si aggiunge il timore di effetti indiretti: una crescita dell’inflazione nell’Eurozona potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a rivedere la propria politica monetaria, con possibili rialzi dei tassi e ripercussioni sui mutui a tasso variabile.

Unico sollievo arriva dalla scelta di Bruxelles di non introdurre controdazi sui beni Made in Usa, salvaguardando i prezzi di 25,9 miliardi di importazioni, dai jeans ai cosmetici, dal salmone ai videogiochi, fino ai SUV americani e alle Harley Davidson.

«Altro che successo: si tratta di una disfatta vera e propria, e l’impatto complessivo dei nuovi dazi rischia di abbattersi con forza sul carrello della spesa e sui bilanci familiari italiani, già fortemente indeboliti da anni di rincari a pioggia e salari stagnanti» – conclude il Codacons.

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