Centri commerciali in Italia: vendite in crescita a giugno, positivo il primo semestre 2025
di Matteo ScolariIl settore dei centri commerciali italiani chiude il mese di giugno 2025 con un +0,7% di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mantenendo stabili i risultati del primo semestre sui livelli del 2024 (-0,5%). A rilevarlo è l’Osservatorio CNCC-EY, che monitora un panel di 300 strutture, pari a circa 10 mila punti vendita su tutto il territorio nazionale.
A sostenere la crescita sono state soprattutto le attività di servizi (+2,7%) e i beni per la casa (+1,7%), seguite da cultura, tempo libero e regali (+0,9%). In positivo anche abbigliamento, elettronica e ristorazione (+0,6%), mentre la cura della persona è rimasta stabile (+0,1%). Guardando al semestre, restano più dinamici i comparti servizi (+3,1%) e cura persona e salute (+2,5%), mentre rallentano elettronica (-1,7%), beni per la casa (-1,2%), tempo libero (-1,1%) e abbigliamento (-1%).
Sul fronte delle affluenze, il dato nazionale conferma la solidità del modello: +0,1% a giugno, +0,8% nel primo semestre e +1,7% nell’anno mobile (luglio 2024-giugno 2025). Numeri che trovano conferma anche nei poli commerciali veneti, dove si registra una buona tenuta dei flussi, soprattutto nelle aree metropolitane di Verona, Padova e Venezia.
«La crescita dello 0,7% di giugno conferma la bontà del modello centro commerciale, capace di mantenere un andamento positivo nonostante il contesto macroeconomico complesso» ha dichiarato Marco Daviddi, Managing Partner di EY Parthenon Italia. Sulla stessa linea il presidente del CNCC Roberto Zoia, che ha sottolineato come «la prima parte dell’anno si chiude con soddisfazione per l’industria dei centri commerciali, dimostrando ancora una volta la propria capacità di adattamento e stabilità. L’obiettivo è offrire una customer journey sempre più attrattiva e promuovere una collaborazione ampia tra gli operatori».
In Italia i centri commerciali rappresentano un comparto chiave con 1.270 poli, 40.500 negozi e 1,9 miliardi di presenze annue, per un volume d’affari di 171 miliardi di euro (dati 2022), pari al 4,6% del PIL e con circa 748.000 occupati. Un settore che, anche in Veneto, continua a giocare un ruolo fondamentale per la vitalità dei consumi e per la tenuta occupazionale.
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