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Inflazione a Verona al 2% a luglio: fra le più care in Italia

di Redazione
Aumento mensile dell’1,3% contro lo 0,4% in Italia, «dovuto in gran parte dall’aumento della divisione di spesa “servizi ricettivi e di ristorazione”» nota Framba, presidente di Federconsumatori Verona.

A luglio 2025 l’inflazione a Verona sale al +2,0% su base annua, superando la media nazionale ferma al +1,7%. Dopo diversi mesi di valori inferiori rispetto al dato generale, la città scaligera ha registrato un forte incremento mensile dell’1,3%, dovuto in gran parte all’aumento della divisione di spesa “servizi ricettivi e di ristorazione”, spinta anche dalla stagione turistica. Il carrello della spesa veronese cresce del +2,9% annuo, con rincari significativi per prodotti alimentari di largo consumo: pollame (+5,4%), carne suina (+6,2%), pesci freschi (+8,9%), formaggi e latticini (+8,8%), uova (+8,8%), frutta fresca (+12,6%), burro (+14%), oltre a picchi per caffè (+24,2%), cacao (+25,3%) e cioccolato (+12,2%).

«Dopo diversi mesi di inflazione più bassa a Verona rispetto alla media nazionale abbiamo avuto un forte aumento, confermato dal dato dell’aumento mensile luglio su giugno che a Verona è stato dell’1,3%, dovuto in gran parte dall’aumento della divisione di spesa “servizi ricettivi e di ristorazione” – evidenzia Maurizio Framba, presidente di Federconsumatori Verona –. Aumenta il dato del carrello della spesa che è superiore al 3% su base annua, con percentuali significative per carni, latticini e bevande analcoliche». Verona si colloca al 5° posto a livello nazionale, mentre il Veneto è terzo tra le regioni più care.

A livello nazionale, l’Istat conferma per luglio un’inflazione stabile all’1,7% annuo, con un aumento dello 0,4% su base mensile. La stabilità del tasso tendenziale riflette dinamiche opposte: accelerano i prezzi degli alimentari non lavorati (+5,1%) e lavorati (+2,8%), dei servizi vari (+2,2%) e dei servizi relativi ai trasporti (+3,3%), mentre rallentano gli energetici regolamentati (+17,1%), i servizi ricreativi e culturali (+2,7%) e si accentua la flessione degli energetici non regolamentati (-5,2%). L’inflazione di fondo resta invariata al +2,0%, mentre quella al netto dei soli energetici sale leggermente al +2,2%. Il carrello della spesa nazionale segna un +3,2% annuo, in accelerazione rispetto al mese precedente.

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