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E-commerce del vino: spumanti leader e carrelli più ricchi, cresce il pubblico giovane

di Redazione
I dati di Gruppo Italiano Vini confermano il trend: nel 2024 il 56% del fatturato arriva dalle bollicine, con acquisti sempre più orientati verso etichette premium.

Il vino spumante si conferma protagonista dell’e-commerce enologico italiano. Secondo l’analisi di Gruppo Italiano Vini (GIV) con il partner Making Science, nel 2024 gli spumanti hanno generato il 56% del fatturato sulla piattaforma proprietaria Vinicum.com, in crescita costante rispetto al 48% del 2022 e al 54% del 2023. La digitalizzazione ha consentito a GIV, storicamente orientato al B2B, di ampliare il raggio d’azione al B2C, trasformando Vinicum in un hub strategico di dati su abitudini, preferenze e comportamenti d’acquisto.

La stagionalità conferma il peso delle festività: il 40% delle vendite online avviene nel quarto trimestre, seguito da Q2 (24%), Q3 (22%) e Q1 (14%). Dopo le bollicine, le vendite premiano i vini bianchi fermi (18%), che nel 2024 hanno superato i rossi (16%), mentre i rosati si attestano al 10%.

L’analisi demografica evidenzia che la fascia 25-34 anni è la più attiva (24% del fatturato), seguita da 35-44 e 45-54 anni (19% ciascuna). Tuttavia, le sessioni più coinvolgenti arrivano dai 45-54 anni (22%) e dai 65+ (18%), pur con tassi di conversione più bassi. Gli uomini dominano gli acquisti (75% del fatturato, 70% delle interazioni), mentre cresce la tendenza alla premiumizzazione: dal 2020 il valore medio del carrello è salito del 24%, segno di una maggiore propensione a investire in etichette di fascia alta.

Un sondaggio interno segnala inoltre un interesse crescente per vini low alcool e low calories (punteggi medi rispettivamente 3,1 e 3,4 su 5), anche se senza ancora un impatto significativo sulle vendite.

«Negli ultimi anni – osserva Roberta Corrà, presidente di GIV e del Consorzio Italiano Vini – i conflitti hanno modificato la geografia delle esportazioni e al tempo stesso stanno cambiando le abitudini di consumo sia per il trend inflattivo sia perché in alcuni casi il vino è percepito come prodotto non essenziale. Il consumatore vuole bere meno e meglio, con più attenzione a salute, sostenibilità e qualità».

Per Victor Vassallo, managing director di Making Science Italia, «leggere in tempo reale i dati che fotografano l’andamento dei trend in un mercato in rapida evoluzione come quello enologico per poi orientare le strategie rappresenta una leva competitiva fondamentale», obiettivo perseguito grazie anche al potenziale dell’intelligenza artificiale.

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