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Sanità, allarme infermieri. Nursing Up: «In Italia servono 175mila professionisti in più»

di Matteo Scolari
Un nuovo report fotografa la crisi del sistema: formazione ferma, stipendi bassi e carenze strutturali. Veneto a rischio con liste d’attesa sempre più lunghe.

La carenza di infermieri in Italia raggiunge livelli allarmanti. Secondo il report 2025 del sindacato Nursing Up, elaborato su dati OCSE ed Eurostat, il nostro Paese scivola verso il fondo della classifica europea per numero di professionisti: appena 6,2-6,4 infermieri ogni 1.000 abitanti, contro una media europea ben più alta. Peggio di noi solo sette nazioni, tra cui Spagna, Grecia e Polonia, mentre in cima figurano Svizzera (18,3 per 1.000 abitanti), Norvegia e Finlandia.

«Ci mancano almeno 175mila infermieri per allinearci agli standard europei – denuncia Antonio De Palma, presidente di Nursing Up –. È una carenza strutturale che si aggrava ogni anno. I numeri non sono più ignorabili».

Antonio De Palma.

La situazione è resa ancora più critica da una formazione ferma da oltre dieci anni (solo 17 infermieri laureati ogni 100.000 abitanti) e da retribuzioni inferiori alla media UE: 32.600 euro lordi annui, contro i quasi 40.000 della media europea e gli oltre 79.000 del Lussemburgo. Nel G7 l’Italia è ultima sia per personale in servizio sia per formazione.

Anche in Veneto le conseguenze sono evidenti: liste d’attesa sempre più lunghe e ospedali sotto pressione, come ribadito anche dalla Corte dei Conti e dal Forum delle Società Scientifiche, che definiscono la carenza di infermieri «il principale nodo critico del sistema sanitario».

«Serve un piano straordinario per salvare il SSN – avverte De Palma –. Non bastano più proclami: ogni giorno che passa, il sistema si svuota e chi resta è stanco, sottopagato e invisibile».

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