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Ammann condannata per condotta antisindacale: bloccati i licenziamenti a Bussolengo

di Matteo Scolari
La Fiom Cgil vince in tribunale contro la multinazionale svizzera: riconosciuta la violazione delle procedure sindacali. Ora l’azienda dovrà revocare i licenziamenti e sedersi al tavolo con i sindacati, anche con il coinvolgimento della Regione Veneto.

Nuovo capitolo nella lunga vertenza tra Fiom Cgil di Verona e AMMANN Italy, azienda del gruppo svizzero attiva nel settore dei macchinari per l’edilizia stradale, con sede a Verona. Dopo settimane di stallo, arriva una sentenza che potrebbe cambiare radicalmente il destino dello stabilimento veronese e dei suoi lavoratori. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato dalla Fiom, riconoscendo il comportamento antisindacale dell’azienda e disponendo l’immediata revoca della procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 14 maggio, che prevedeva 64 esuberi su 157 dipendenti.

La vertenza si era inasprita a seguito del rifiuto dell’azienda di partecipare a un confronto istituzionale presso l’Unità di crisi della Regione Veneto, come previsto dall’articolo 9 del CCNL, e per la decisione unilaterale di delocalizzare parte delle attività produttive e logistiche in Turchia, con l’obiettivo dichiarato di abbattere il costo del lavoro e aumentare la marginalità. Una scelta contestata dalla Fiom, che ha accusato l’azienda di non aver rispettato le procedure di informazione e consultazione previste dalla normativa.

Operai fuori dalla sede durante lo sciopero di venerdì 23 maggio.

Secondo il giudice, AMMANN ha escluso deliberatamente RSU e sindacato dalle fasi decisionali cruciali, portando avanti in modo autonomo e opaco la riorganizzazione industriale. La sentenza ha quindi ordinato la cessazione di ogni comportamento ostativo, il ripristino delle corrette relazioni sindacali, e ha condannato l’azienda anche al pagamento delle spese legali.

Ma la situazione si complica ulteriormente: durante l’attesa della pronuncia del tribunale, la Fiom ha denunciato che l’azienda, assistita da Confindustria Verona e da conciliatori appartenenti ad altre sigle sindacali, ha proceduto a più di 30 conciliazioni individuali, formalizzate attraverso verbali ex art. 411. In questi accordi, i motivi della cessazione del rapporto di lavoro sarebbero stati ricondotti a cause generiche o disciplinari, e non al reale piano di ristrutturazione industriale. La Fiom ha segnalato l’anomalia all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Verona e all’INPS, affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti.

Lavoratori e sindacati il 6 giugno sotto la sede di Confindustria Verona.

Il segretario generale della Fiom di Verona, Martino Braccioforte, ha lanciato un appello all’azienda:
«Invitiamo AMMANN a eseguire quanto ordinato dal giudice, convocando l’incontro secondo l’art. 9 del CCNL. Da parte nostra c’è la piena disponibilità ad incontrarci per la gestione della situazione, partendo dalla presentazione di un piano industriale che possa garantire il futuro dello stabilimento veronese. Pensiamo a una gestione condivisa degli esuberi, al mantenimento di lavorazioni strategiche come magazzino, ricambi e manutenzione a Verona, e alla formazione interna per ricollocare i lavoratori anche in ruoli diversi».

Martino Braccioforte, segretario generale FIOM Verona.

Braccioforte ha inoltre sottolineato l’importanza di un passaggio istituzionale: «Riteniamo necessario prevedere anche un incontro presso l’Unità di Crisi della Regione Veneto, per sfruttare gli strumenti pubblici disponibili: ammortizzatori sociali adeguati e politiche attive regionali per l’outplacement. Solo in questo contesto si potrà valutare, con serietà, anche un’eventuale uscita volontaria».

Infine, sul fronte delle conciliazioni firmate con altre sigle sindacali, Braccioforte ha dichiarato: «Vogliamo far luce su quanto accaduto in queste settimane, con numerosi licenziamenti individuali siglati in Confindustria in modo discutibile. Abbiamo già formalmente richiesto l’intervento delle autorità competenti».

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