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Sanità, Nursing Up contro l’assistente infermiere: «Una trappola per i cittadini»

di Matteo Scolari
Il sindacato guidato da Antonio De Palma annuncia ricorsi nazionali e internazionali contro il nuovo DPCM del 23 giugno. Nel mirino l’introduzione di una figura ritenuta pericolosa per la qualità dell’assistenza sanitaria.

Il sindacato Nursing Up dichiara guerra aperta al DPCM del 23 giugno 2025, che introduce la figura dell’assistente infermiere, e lancia un ultimatum al Governo e alla Conferenza delle Regioni: «Siamo pronti ad agire anche in sede giudiziaria, nazionale e internazionale, per bloccare un provvedimento che nasce malissimo e rischia di finire peggio», afferma il presidente Antonio De Palma.

Secondo il sindacato, con sole 500 ore di formazione, l’assistente infermiere rischia di sostituire, nei fatti, il lavoro svolto dagli infermieri laureati, prendendosi cura di pazienti fragili come anziani, disabili e cronici, senza averne la preparazione adeguata. Una forzatura che, per De Palma, rappresenta «una trappola per i cittadini: competenze minime, rischi massimi».

Il punto critico riguarda l’Allegato 1 dell’Accordo Stato-Regioni, che assegna al nuovo profilo mansioni sovrapponibili a quelle del personale sanitario qualificato, dalla somministrazione dei farmaci alla gestione delle stomie. «Chi stabilisce i confini operativi? Si crea una zona grigia di abusi e sovrapposizioni», denuncia il Nursing Up, preoccupato anche dal fatto che la misura potrebbe avere un impatto devastante sulla qualità dell’assistenza.

Antonio De Palma.

In un Paese dove oltre il 22% della popolazione ha più di 65 anni e mancano almeno 175.000 infermieri, secondo i dati citati dal sindacato, il Governo sceglie scorciatoie economiche anziché investimenti strutturali. «È paradossale ma soprattutto pericoloso colmare il vuoto con figure ibride e a basso costo», tuona ancora De Palma.

Il Nursing Up chiede l’immediato ritiro del DPCM, la sospensione dell’Accordo Stato-Regioni, un piano straordinario di assunzioni per gli infermieri laureati e l’apertura di un tavolo nazionale con le professioni sanitarie. Infine, una stoccata alla Federazione degli Ordini: «E la FNOPI cosa fa? Tace? Condivide? Dissente? Non è più tempo di meste diplomazie», conclude De Palma, sollecitando una presa di posizione chiara.

Il clima si fa teso e la battaglia legale si preannuncia lunga. Ma per Nursing Up la difesa della professione infermieristica e della sicurezza dei pazienti non può ammettere compromessi.

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