VetroCar: sostenibilità concreta tra riparazioni, attenzione alle comunità e inclusione sociale
di Matteo ScolariUna crescita importante, un piano di espansione nazionale e una strategia di sostenibilità che va ben oltre gli slogan: VetroCar, azienda veronese specializzata nella sostituzione e riparazione di cristalli auto, si racconta come un esempio di impresa che concilia performance economiche, attenzione all’ambiente e impegno sociale. Ne parliamo con l’amministratore delegato Maurizio Acri, ospite negli studi di Verona Network.
Dott. Acri, innanzitutto a che punto siete con il nuovo centro diretto a Verona annunciato pochi mesi fa?
Il cantiere è in fase cruciale. Contiamo di aprire tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Verona sarà la tappa conclusiva di un importante piano di aperture iniziato a fine 2024, con nuovi centri diretti nelle principali città italiane. Il mercato ha risposto positivamente: il piano sta superando le nostre aspettative di crescita.
Riparare prima di sostituire: quanto conta questo approccio per voi?
È un pilastro del nostro modello. Nel solo 2024, il 30% degli interventi ha riguardato la riparazione, evitando la sostituzione. Questo ha significato un risparmio di 2.640 tonnellate di CO₂. Inoltre, il 100% del vetro sostituito viene riciclato: circa 3,5 kg per vetro. Puntiamo su un’operatività realmente sostenibile.
Lavorate anche sulla consapevolezza dei clienti?
Assolutamente. Usiamo i canali digitali per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della riparazione tempestiva. Coinvolgiamo anche i nostri partner assicurativi nella comunicazione. I clienti oggi sono attenti, accettano e apprezzano il nostro approccio.
Avete costituito anche un comitato per la sostenibilità. Di cosa si occupa?
È un comitato interdipartimentale nato spontaneamente, composto da otto giovani collaboratori, età media 32 anni. Le loro proposte vengono integrate nella strategia aziendale. Grazie a loro abbiamo avviato il primo report di sostenibilità, che sarà parte del bilancio 2024, e stiamo definendo un piano quinquennale per la decarbonizzazione con obiettivo neutralità al 2030. Nel 2025 otterremo anche la certificazione Cadis.
Che attenzione c’è per le persone che lavorano in azienda?
L’età media è di 35 anni, con una forte componente femminile: oltre il 35% in totale, che supera il 50% nelle aree amministrative. Anche il management è equilibrato tra uomini e donne. Tutti hanno accesso allo smart working, a piani carriera e a un welfare molto apprezzato. Il risultato è un turnover bassissimo.
Accanto a sostenibilità ambientale e welfare, anche sport e sociale sono al centro.
Sì, siamo sponsor dell’Hellas Verona, ma anche di sport “minori” in tutta Italia: basket, pallavolo, atletica. Sosteniamo iniziative locali tramite i nostri centri, creando legami con le comunità. E abbiamo attivato progetti sociali concreti, come la collaborazione con Quid (formazione per persone fragili), il reinserimento lavorativo nel carcere di Montorio, e la donazione di un furgone alla Ronda della Carità.
Come nasce questa sensibilità?
È parte della mia visione personale, ma oggi è condivisa da tutta l’azienda. I dipendenti chiedono di partecipare attivamente. C’è una cultura diffusa che ci rende orgogliosi: non si tratta solo di fare impresa, ma di restituire valore alla società.
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