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La mission di Hybla.co: portare le api là dove non sono mai state

di Matteo Scolari
Ospite di Obiettivo Sostenibilità Michele Gallimberti, founder di una realtà tutta veronese che sta dando nuova vita al concetto di apicoltura urbana.

Un alveare in azienda, a scuola o nel cuore di un quartiere cittadino. Con Hybla.co, tutto questo è possibile. Il progetto nasce da un’intuizione semplice ma potente: riconnettere l’uomo alla natura attraverso la presenza fisica delle api in contesti urbani e produttivi. Ne abbiamo parlato con Michele Gallimberti, fondatore della realtà veronese che sta dando nuova vita al concetto di apicoltura urbana, unendo impatto ambientale, partecipazione e consapevolezza.

Michele, come nasce Hybla.co e qual è la sua missione?

Nasce da una mia esigenza personale, dalla volontà di unire due mondi: quello del lavoro e quello della natura. Hybla è ancora una piccola attività, ma ha grandi ambizioni. L’obiettivo è creare un ponte tra ambienti come le aziende, spesso percepiti come freddi e distanti, e il mondo naturale, portando fisicamente gli alveari in questi luoghi.

C’è un’emergenza ambientale legata alla scomparsa delle api. Perché sono così importanti?

Le api sono sentinelle della biodiversità. Soffrono a causa di inquinamento, pesticidi, monoculture, perdita di habitat. Noi proponiamo un apicoltura diversa, non solo finalizzata alla produzione di miele, ma orientata alla tutela degli insetti impollinatori, fondamentali per l’equilibrio del nostro ecosistema.

Le api possono davvero vivere bene in città?

Sì, sfatiamo un mito: è molto più probabile essere punti da una vespa in strada che da un’ape in azienda. Le api non sono aggressive. Lavoriamo con attenzione per individuare zone sicure, effettuare sopralluoghi, installare le arnie, monitorare la salute degli sciami. Tutto è curato da noi, in modo professionale e continuativo.

Quali benefici porta un alveare in azienda o in una scuola?

Il primo beneficio è ambientale, perché le api contribuiscono alla biodiversità locale. Il secondo è valoriale e culturale: coinvolgiamo dipendenti, studenti o cittadini in attività di formazione, laboratori, momenti di team building. E poi c’è anche un ritorno d’immagine autentico: sostenibilità concreta, visibile, tangibile. Stiamo anche studiando come quantificare la riduzione di carbon footprint grazie alle arnie installate.

In cosa Hybla si differenzia da altre iniziative green?

Nel coinvolgimento diretto delle persone. Le api sono un’occasione per parlare di cambiamento, di equilibrio, di rispetto per l’ambiente. Ogni arnia diventa una storia da raccontare, un punto di riflessione per un modo più consapevole di abitare il pianeta.

Cosa offrite in concreto a chi aderisce al progetto?

Offriamo un servizio chiavi in mano. Dopo i sopralluoghi, installiamo le arnie (sul tetto, in giardino o dove possibile), seguiamo il ciclo biologico delle api e ci occupiamo di tutto. Alla fine dell’anno raccogliamo il miele e lo confezioniamo con il marchio dell’azienda ospitante: un gadget sostenibile e originale.

Un aneddoto che ti ha colpito particolarmente?

Una persona, inizialmente molto impaurita dalle api, ha partecipato a un nostro laboratorio e alla fine si è commossa: aveva superato la sua fobia. Ecco, le api insegnano moltissimo, anche a livello personale.

Qual è il vostro sogno per il futuro?

Mi ispiro a Steve Jobs, che voleva un computer in ogni casa. Io vorrei un alveare in ogni azienda. Stiamo crescendo passo dopo passo. E anche i privati possono partecipare: con un abbonamento si può adottare un alveare e visitare i nostri apiari a Verona, come Fondo Progno, San Michele e Corte Molon.

In tre parole, come descriveresti Hybla?

Vive, unisce e rigenera. È quello che cerchiamo di fare ogni giorno, con passione e cura.

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