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CCNL Sanità, Nursing Up: «Riconosciuta l’esperienza anche senza laurea magistrale»

di Matteo Scolari
Il sindacato, che ha sottoscritto il CCNL 2022-2024 dopo una lunga trattativa, commenta lo sblocco dell'Area di Elevata Qualificazione per i professionisti con almeno sette anni di esperienza clinica.

Il sindacato Nursing Up ha firmato nelle scorse settimane il nuovo Contratto Collettivo Nazionale della Sanità 2022-2024, al termine di una delle trattative più complesse degli ultimi anni. Una firma definita “di visione”, che punta a offrire nuove prospettive a migliaia di professionisti della sanità, aprendo la strada a riconoscimenti a lungo attesi.

«Abbiamo aperto una breccia in un sistema fermo da anni», dichiara il sindacato, rivendicando la svolta epocale sull’Area di Elevata Qualificazione: da oggi potranno accedervi anche coloro che, pur senza laurea magistrale, vantano almeno sette anni di esperienza clinica, incarichi specifici e titoli considerati equipollenti. Una misura attesa soprattutto da infermieri, tecnici e operatori rimasti a lungo esclusi da percorsi di crescita professionale.

Sul fronte della mobilità, il nuovo contratto introduce obblighi annuali per le aziende, offrendo maggiori opportunità di trasferimento, in particolare a chi desidera rientrare nella propria regione. Viene anche riformato il sistema ECM, con il personale che potrà scegliere direttamente i corsi di aggiornamento più rilevanti per la propria attività. Novità anche per le ostetriche, con un primo passo verso un riequilibrio economico e l’impegno a ottenere in futuro una norma di legge ad hoc.

Lorella Vidori coordinatrice provinciale Nursing Up Verona
Lorella Vidori coordinatrice provinciale Nursing Up Verona

Non mancano però le note critiche: indennità ritenute ancora insufficienti, risposte parziali su carichi e pronte disponibilità. «È solo l’inizio», avverte il Nursing Up, che considera questo contratto una base di partenza per riforme più profonde. Le sfide future saranno: superare la logica livellatrice del comparto, ottenere risorse economiche dedicate, e costruire un contratto che rispecchi le reali esigenze e responsabilità delle professioni sanitarie.

Il nuovo CCNL riguarda oltre un milione di lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale e avrà ricadute importanti anche per operatori sanitari attivi negli ospedali del Veneto e nelle strutture sociosanitarie del territorio veronese, dove le carenze di personale e il tema della valorizzazione professionale sono da tempo al centro del dibattito politico e sindacale.

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