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Caffè al bar, Verona resta la più economica del Veneto: solo 1,21 euro a tazzina

di Matteo Scolari
L’Osservatorio Fipe-Confcommercio fotografa l’andamento dei prezzi: +3,4% in un anno, ma con rincari limitati rispetto all’inflazione. Artelio: «Il vero problema sono i costi fissi sempre più alti».

Verona si conferma la provincia più conveniente del Veneto per il classico espresso al bar. Secondo i dati dell’Osservatorio Prezzi di Fipe Confcommercio – basati sulle rilevazioni del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – nel mese di aprile il prezzo medio di una tazzina si è attestato a 1,21 euro, segnando un aumento di appena 4 centesimi rispetto allo stesso mese del 2024, quando il costo medio era di 1,17 euro.

Un incremento contenuto, pari al +3,4% su base annua, che tuttavia non riflette la reale pressione dei costi a carico degli esercenti, come sottolinea il presidente di Fipe Confcommercio Verona Paolo Artelio: «La percezione di trovarsi dinanzi ad un incremento importante in relazione al tasso di inflazione generale non può prescindere da considerazioni sul valore (modesto) di partenza: appena 4 centesimi di euro nell’arco di un intero anno».

Paolo Artelio, presidente FIPE Confcommercio Verona.

Malgrado l’aumento dei costi delle materie prime, il prezzo dell’espresso in Italia resta tra i più bassi in Europa, e nel Veronese è tra i più competitivi a livello nazionale. A spiegare la dinamica è anche Nicola Dal Dosso, direttore generale di Confcommercio Verona: «I prezzi dei servizi hanno andamenti diversi da quelli dei beni. L’aggiustamento dei listini è infatti più lento e si sviluppa in un arco temporale più lungo. Se si considera il 2022, quando è iniziata la fiammata inflazionistica degli ultimi anni, vediamo che il prezzo medio della tazzina di caffè ad aprile era di 1,13 euro, che rispetto al valore di oggi indica un incremento del 7,1% a fronte di un tasso di inflazione generale, tra aprile 2022 e 2025, dell’11,1%».

A incidere sul prezzo, più che l’inflazione generale, sono i costi fissi a carico dei pubblici esercizi, in particolare affitti e bollette. Ancora Artelio: «Analizzare la dinamica dei prezzi del caffè espresso al bar non può prescindere dal ruolo che la tazzina riveste nelle vendite complessive, che da noi è generalmente alto. Il risultato è che se aumentano i costi, ad esempio quello d’affitto, è proprio sulla tazzina che siamo costretti a recuperarli in modo almeno proporzionale. Fare fatturato con un prezzo unitario che oscilla intorno all’euro offrendo un servizio che i consumatori continuano ad apprezzare è un’equazione sempre più difficile da risolvere. Non a caso, continuano ad essere tanti i bar che ogni anno chiudono i battenti».

Nonostante il lieve aumento, il caffè a Verona resta quindi un piacere accessibile, ma la sostenibilità economica del settore resta sotto pressione, con un equilibrio sempre più fragile tra qualità del servizio e costi gestionali.

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