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Ripa della Volta prosegue la crescita: pronti un Valpolicella Superiore e un Soave Classico

di Matteo Scolari
La cantina fondata nel 2015 dall'imprenditore Andrea Pernigo, dopo essere stata premiata da Forbes, lancia due nuove produzioni, una in collaborazione con l'enologa Emanuela Flore.

Nel cuore verde della Valpantena, a pochi chilometri da Verona, c’è una cantina che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, natura e tecnologia, visione e concretezza. Si chiama Ripa della Volta e, con la presentazione della sua produzione 2025, si conferma come modello evoluto di viticoltura contemporanea, capace di parlare a un pubblico internazionale senza perdere il contatto con le proprie radici.

Fondata nel 2015 dall’imprenditore Andrea Pernigo, la cantina si estende su 15 ettari di vigneti e produce ogni anno circa 60.000 bottiglie, realizzate a partire da vitigni autoctoni come Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta, Spigamonte e Turchetta. Alla base di tutto, una gestione biologica certificata, che si accompagna a un approccio scientifico rigoroso e a un’incessante attività di micro-vinificazione sperimentale. Il risultato è una collezione di vini che parlano il linguaggio del terroir ma con uno sguardo internazionale: il 70% della produzione viene distribuito in Italia, il restante 30% all’estero, tra Svizzera, Canada, Australia, Russia e Germania.

L’azienda vista dall’alto (PH. Giacomo Tonoli)

La forza del progetto sta nella sua capacità di integrare scienza e sensibilità agricola, mantenendo un equilibrio tra precisione tecnica e rispetto per i tempi naturali. L’utilizzo dell’Indice Bigot per il monitoraggio agronomico, la personalizzazione del pied de cuve per ogni parcella e la gestione delle fermentazioni spontanee con il supporto della microbiologia sono solo alcuni degli strumenti adottati dalla cantina per raggiungere il massimo della coerenza espressiva e della qualità organolettica.

Nel 2025, Ripa della Volta presenta due novità emblematiche. Il Valpolicella Superiore DOC 2023, interpretato dall’enologa Emanuela Flore, nasce da fermentazioni spontanee e da una macerazione pensata per esaltare la freschezza del frutto e la leggibilità del territorio. Al suo fianco, debutta il nuovo Soave Classico 2024, realizzato al 100% con uve Garganega coltivate su suolo vulcanico. La vinificazione avviene in anfore artigianali a bassa porosità, disegnate su misura, per consentire batonnage in ambiente chiuso e ottenere una massima espressione varietale, in cui la tecnologia diventa alleata della naturalità.

Andrea Pernigo riassume la filosofia della cantina con parole chiare: «Oggi innovare significa saper ascoltare un luogo, accompagnarlo senza forzare e agire pensando alla produzione come ad un organismo agricolo integrato, capace di generare valore su più fronti: ambientale, produttivo ed economico».

Anche Emanuela Flore sottolinea il valore del lavoro di precisione applicato al vino naturale: «Fare vino naturale vuol dire ridefinire il concetto di controllo. Lavoriamo con spontaneità, ma in modo preciso, grazie alla microbiologia, ottenendo vini autentici».

Ripa della Volta si è affermata nel panorama nazionale anche come caso di studio per la sua capacità di coniugare identità territoriale, sostenibilità e ricerca enologica. Un percorso riconosciuto anche a livello istituzionale e mediatico: nel 2025 la cantina ha ricevuto il Premio Speciale per l’eccellenza nella gestione agronomica dei vigneti e, nello stesso anno, è stata inserita da Forbes Italia tra le realtà emergenti più promettenti nell’ambito dei vini contemporanei durante l’evento “100 Iconic Wineries & Maestri del Calice”.

Andrea Pernigo ritira il premio di Forbes con l’enologa Emanuela Flore.

Ma Ripa della Volta non è solo una cantina. È parte dell’Organismo Agricolo Pernigo, un sistema multifunzionale che integra viticoltura, uliveti biologici, coltivazioni di piante officinali, apicoltura e ospitalità rurale. Al centro di questa visione integrata, prende vita l’Oasi delle Stelle, un agribistrot enoturistico che rappresenta la porta d’ingresso dell’azienda al pubblico.

L’‘Oasi’ è molto più di un punto di degustazione: è uno spazio di narrazione e accoglienza, dove vino, paesaggio e racconto convivono per offrire un’esperienza culturale immersiva, contribuendo alla valorizzazione turistica della Valpantena.

La storia di Ripa della Volta è quella di un’impresa agricola che ha saputo reinterpretare la tradizione con strumenti nuovi, guardando al futuro senza rinunciare all’anima del proprio territorio. Un esempio concreto di come l’innovazione enologica italiana possa essere una leva strategica di sviluppo, sostenibilità e competitività.

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