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Lavoro, diritti e cittadinanza: a Verona si chiude la campagna referendaria con 5 SÌ

di Matteo Scolari
CGIL nazionale dà appuntamento il 5 giugno in piazza dei Signori: saluti istituzionali, interventi sindacali e musica per promuovere un’Italia più giusta e inclusiva.

Verona si prepara a vivere una serata all’insegna della partecipazione civica, dei diritti e della musica. Giovedì 5 giugno, alle ore 20.00 in piazza dei Signori, si terrà l’evento conclusivo della campagna referendaria promossa dal comitato veronese per i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, in programma l’8 e il 9 giugno.

La manifestazione, intitolata “L’Italia plurale parte da 5 SÌ”, sarà aperta dai saluti di Damiano Tommasi, sindaco di Verona, e vedrà tra i protagonisti Lara Ghiglione (nella foto), segretaria nazionale CGIL, e Deepika Salhan, co-presidente del comitato nazionale Referendum Cittadinanza.

A introdurre l’iniziativa saranno Francesca Tornieri, segretaria generale della CGIL Verona, e Veronica Atitsogbe, attivista impegnata sui temi dell’inclusione e dei diritti civili. Dopo gli interventi istituzionali, ci sarà spazio per la comicità di Xhuliano Dule e per la musica multiculturale dell’Orchestra Mosaika che animerà la chiusura dell’evento.

Francesca Tornieri, segretaria generale CGIL Verona.

«Sono state settimane intense durante le quali abbiamo portato informazioni ovunque: nelle piazze, nelle sale civiche, nei luoghi di lavoro – ha dichiarato Francesca Tornieri –. Lo abbiamo fatto per contrastare la disinformazione e offrire una possibilità concreta di cambiamento a lavoratrici e lavoratori, studenti e pensionati, chiamati a dire basta alla precarietà, ai licenziamenti illegittimi, all’abuso dei contratti a termine e all’assenza di tutele negli appalti».

La manifestazione sarà anche l’occasione per ribadire il valore del diritto alla cittadinanza per i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia. «Andiamo a votare per la dignità del lavoro e delle persone – ha sottolineato Veronica Atitsogbe –. Ci sono ragazze e ragazzi che vivono da sempre in questo Paese, parlano italiano, studiano con i nostri figli ma non sono considerati cittadini. È ora di cambiare».

«I diritti non sono privilegi – ha concluso –. Votare significa ampliare le tutele, non escludere chi ne ha bisogno».

L’evento di Verona si inserisce nel più ampio calendario nazionale di mobilitazioni a sostegno dei cinque quesiti referendari su precarietà, licenziamenti, contratti a termine, appalti e cittadinanza, che intendono promuovere un’Italia più giusta, inclusiva e attenta al lavoro come strumento di dignità e uguaglianza sociale.

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