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TPL Verona: sindacati contro il rischio frammentazione. «Serve un lotto unico»

di Matteo Scolari
FAISA-CISAL e FILT CGIL contestano il bando in preparazione per il trasporto pubblico locale: «Costi, servizi e lavoro a rischio senza una visione integrata». Domani incontro in Provincia.

Il trasporto pubblico locale di Verona è a un bivio. Mentre la Provincia si prepara a bandire una nuova gara per l’affidamento del servizio, le principali sigle sindacali del settore — FAISA-CISAL e FILT CGIL — lanciano un grido d’allarme: la scelta di suddividere l’affidamento in più lotti rischia di causare una frammentazione irreversibile del servizio, con effetti negativi su qualità, efficienza, costi e diritti dei lavoratori.

Lunedì 26 maggio nella sede della Provincia di Verona è previsto un incontro, convocato dal presidente Flavio Pasini, tra sindacati, istituzioni locali (Comune di Verona e Legnago) e la vicepresidente della Regione Veneto e assessora ai trasporti Elisa De Berti. Sul tavolo, la possibilità concreta che il sistema oggi gestito in maniera unitaria da ATV venga spezzato in più gestori, in base a un’interpretazione restrittiva del parere n. 6/2025 espresso dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).

Secondo FAISA-CISAL, la gara potrebbe essere indetta senza aver valutato in modo adeguato i flussi, la sostenibilità e le sinergie attuali. «Un bando senza dati solidi è un salto nel buio», avverte Stefano Ferrari, segretario provinciale. La sigla ricorda che la legge non impone la frammentazione: «L’affidamento unico è possibile, praticabile e auspicabile, come già fatto a Padova e Treviso», prosegue Ferrari. La frammentazione, aggiunge, porterebbe a un aumento dei costi, riduzione dell’efficienza e tensioni sociali: «Il lavoro vale il 70% dei costi nel TPL, spezzare il servizio vuol dire colpire i diritti dei lavoratori e aumentare la pressione sulle tariffe per i cittadini».

La posizione è condivisa anche dalla FILT CGIL, che definisce l’istruttoria del bando come «imbarazzante per approssimazione e lacune». In un documento durissimo, la federazione denuncia l’assenza di confronto politico reale, la scarsa qualità delle analisi e il ricorso a algoritmi generici come base per stimare costi e scenari. «Se bastasse un algoritmo, potremmo sostituire consiglieri e dirigenti con ChatGPT», ironizza amaramente la nota sindacale.

FILT CGIL sottolinea come i dati utilizzati siano obsoleti: «Si continua a usare lo studio Sisplan del 2010, come se nel frattempo non ci fossero state pandemie, crisi globali e cambiamenti nei comportamenti di mobilità». Anche le stime relative al filobus vengono definite «inadeguate e anacronistiche», con scenari che sottostimano la reale domanda. ART stessa, nel suo parere, ha invitato la Provincia a integrare i dati su passeggeri, ricavi e flussi, senza i quali risulta difficile fare scelte informate.

Il cuore del dibattito è la sostenibilità del lotto unico: i sindacati lo difendono perché permette economie di scala, coerenza organizzativa e maggiore capacità di investimento. I dati storici confermano la validità del modello: tra il 2007 e il 2019, con l’integrazione tra le aziende, Verona ha visto crescere i passeggeri del +36% e i ricavi di +10 milioni di euro, con un +7,4% di chilometri percorsi.

Secondo i sindacati, l’eventuale approvazione di un bando su più lotti, senza avere una visione organica del sistema e senza attendere l’effettivo avvio della filovia urbana, porterà a inefficienze e ulteriori costi per l’ente e per i cittadini. «Solo quando la filovia sarà operativa potremo valutare gli effetti sulla rete urbana e extraurbana», si legge nella nota FAISA, «solo allora sarà possibile definire con precisione gli ambiti ottimali del servizio».

L’appello finale è diretto alla politica locale e regionale: Presidente della Provincia Flavio Pasini, Sindaco di Verona Damiano Tommasi, Sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti, Assessora regionale De Berti. A loro si chiede un atto di responsabilità e visione: bloccare il bando, affidare uno studio serio e indipendente, aggiornare i dati e puntare a un lotto unico integrato per i 98 comuni della provincia, includendo anche la nuova filovia.

Perché il trasporto pubblico non è solo una questione tecnica, ma un bene collettivo che incide ogni giorno sulla vita di cittadini, studenti, pendolari e lavoratori. E decidere oggi senza basi solide significa pagare domani il prezzo di scelte sbagliate.

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