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Eataly Verona ai saluti, annunciata la chiusura dello store

di Matteo Scolari
Il punto vendita in zona Fiera chiude a meno di tre anni dall’apertura. Potere al Popolo: «Serve una nuova visione pubblica per gli spazi della città».

Eataly chiude a Verona. Il punto vendita inaugurato nel 2022 all’interno della storica Stazione Frigorifera degli Ex Magazzini Generali abbassa le saracinesche, lasciando dietro di sé 33 lavoratori nell’incertezza. A denunciarne le conseguenze e le cause è Potere al Popolo Verona, che in una nota stampa di oggi definisce la vicenda come il “fallimento di un intero paradigma di sviluppo urbano”.

Secondo il movimento, la chiusura non rappresenta solo la crisi di un’attività commerciale, ma l’epilogo amaro di una trasformazione sbagliata e scollegata dai reali bisogni della città. Gli Ex Magazzini Generali, originariamente vincolati come bene di archeologia industriale e ceduti a prezzo simbolico alla Fondazione Cariverona per essere trasformati in polo culturale, sono stati invece convertiti in spazio commerciale e direzionale, con scelte che – sostiene il comunicato – hanno “sacrificato cultura, diritti e memoria urbana sull’altare della privatizzazione e della speculazione immobiliare.”

L’inaugurazione dello store Eataly a Verona aveva suscitato fin da subito numerose perplessità. Nonostante il richiamo del marchio e un investimento importante, il modello economico proposto si è dimostrato non sostenibile. “Una Disneyland del gusto”, la definisce il comunicato, “incapace di reggere sul piano economico e del tutto scollegata dai bisogni del quartiere e della città”.

A farne le spese, oltre alla visione culturale iniziale, sono ora i lavoratori e le lavoratrici dello store, per i quali Potere al Popolo chiede “un intervento immediato da parte dell’Amministrazione comunale” al fine di garantire tutele, dignità e continuità salariale.

Il movimento rilancia quindi la necessità di un ripensamento complessivo sulla destinazione degli spazi degli Ex Magazzini Generali, promuovendo una riflessione pubblica e trasparente, che coinvolga cittadinanza e realtà del territorio. “Spazi di questo valore, storico e simbolico, meritano una destinazione stabile e vincolante a funzioni culturali, sociali e pubbliche”, in linea con la visione originaria.

Verona, secondo Potere al Popolo, ha bisogno di “spazi vivi, partecipati, accessibili”, di “lavoro dignitoso, cultura diffusa e memoria tutelata”. Un appello forte per interrompere la deriva di una rigenerazione urbana che negli ultimi anni avrebbe favorito pochi, impoverendo molti.

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