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Lavoro in Veneto, ad aprile +19.300 posti spinti dal turismo

di Matteo Scolari
Servizi stagionali in forte ripresa, industria e apprendistato rallentano. Bilancio occupazionale positivo ma in ridimensionamento rispetto allo scorso anno,

L’avvio della stagione turistica primaverile rilancia l’occupazione in Veneto, ma il ritmo di crescita del 2025 si rivela più moderato rispetto a quello dello scorso anno. Nei primi quattro mesi dell’anno, il bilancio del mercato del lavoro regionale è pari a +40.300 posti di lavoro dipendente, un dato positivo ma inferiore al saldo di +45.500 registrato nel primo quadrimestre 2024. Il mese di aprile, in particolare, ha fatto segnare un incremento di +19.300 posizioni lavorative, sostenuto dalla domanda nel comparto turistico e dal conseguente aumento di contratti a tempo determinato, che hanno segnato +16.000 posizioni e +7% nelle attivazioni.

La dinamica del mercato evidenzia però un rallentamento per i contratti a tempo indeterminato, il cui saldo resta comunque sopra ai livelli dello scorso anno. Prosegue invece la flessione dell’apprendistato, mentre il lavoro somministrato mostra segnali di crescita: tra gennaio e marzo sono state registrate 2.000 nuove posizioni, con un totale di 29.800 missioni attivate (+3% rispetto al 2024).

La domanda complessiva di lavoro ha subito una contrazione del 3%, con impatti più marcati sulle donne (-6%), sui lavoratori italiani (-6%) e su quelli tra i 30 e i 54 anni (-6%). In controtendenza si trovano gli stranieri (+4%) e gli over 55 (+2%), che mostrano dinamiche occupazionali più vivaci. La segmentazione demografica evidenzia quindi criticità strutturali, specialmente per la componente italiana femminile in età centrale.

Dal punto di vista territoriale, tutte le province venete mostrano un andamento positivo, sebbene in ridimensionamento rispetto al 2024. Venezia e Verona emergono per un saldo occupazionale mensile migliore rispetto all’anno scorso, complice l’avvio stagionale del turismo. Al contrario, Belluno segna un saldo negativo peggiore rispetto al 2024, confermando difficoltà locali. Vicenza e Padova evidenziano un marcato calo della domanda di lavoro nel corso dell’anno.

Tra i tre grandi macrosettori, tutti chiudono il mese con saldi positivi, ma con performance differenziate. L’agricoltura registra una flessione rispetto al 2024, con un saldo annuo di +4.900 posti contro i +6.100 dello scorso anno. L’industria si mantiene sugli stessi livelli del 2024 (+6.800) ma lontana dai picchi del 2023 (+8.500). Il settore servizi beneficia in modo diretto dell’inizio della stagione turistica, registrando +28.600 posti da inizio anno, sebbene inferiori ai +32.300 del 2024.

Entrando nel dettaglio dell’industria, si osservano segnali di flessione o contrazione in diversi comparti. Il settore metalmeccanico chiude aprile con un saldo lievemente positivo, ma nettamente ridimensionato rispetto ai risultati di inizio anno. Il made in Italy industriale mostra un quadro misto: il trend post-pandemico si è normalizzato e alcune produzioni manifestano flessioni produttive, in particolare tessile-abbigliamento e occhialeria, che riportano saldi occupazionali negativi. Si distinguono positivamente calzaturiero e legno-arredo, in lieve crescita. L’edilizia si conferma stabile, con dati in linea con quelli del 2024.

Nonostante le difficoltà del settore manifatturiero, il mercato del lavoro mostra una certa resilienza, soprattutto grazie al ricorso alla cassa integrazione, i cui volumi – secondo i dati del primo trimestre 2025 – hanno contribuito a contenere gli effetti più gravi di una domanda produttiva debole.

Lo scenario complessivo è ancora segnato da elevata incertezza economica. Le tensioni geopolitiche e commerciali continuano a influenzare le aspettative, sebbene i primi dati sembrino indicare un impatto contenuto delle recenti notizie sui dazi sulle imprese industriali. Più allarmante, invece, è il calo dei consumi, che porta le imprese del settore servizi a un peggioramento dei giudizi sul clima economico.

In conclusione, il mercato del lavoro veneto nel mese di aprile ha beneficiato di un rimbalzo stagionale nei servizi, ma mostra chiari segnali di rallentamento strutturale. Se da un lato la domanda di lavoro stagionale ha sostenuto la crescita, dall’altro il quadro industriale debole, l’incertezza globale e la debolezza della domanda interna invitano alla prudenza.

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