Inflazione al 1,9%: Federconsumatori lancia l’allarme sui rincari energetici e alimentari
di Matteo ScolariL’inflazione non dà tregua. A marzo 2025 l’indice dei prezzi al consumo si attesta al +1,9%, poco sotto la stima preliminare del 2%, ma sufficiente a segnare un’ulteriore pressione sui bilanci delle famiglie italiane. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Istat, che sottolinea l’accelerazione dei beni energetici (+2,6%) e alimentari non lavorati (+3,3%). Un contesto che si riflette direttamente nel carrello della spesa, in crescita del +2,1%.
Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, questa dinamica si traduce in una ricaduta economica pari a 598,60 euro annui per ogni famiglia media italiana. Un dato che, di mese in mese, erode il potere d’acquisto, già messo a dura prova dalle condizioni economiche generali e dalle persistenti tensioni internazionali, a partire dalla questione dei dazi ancora irrisolta.
Per Federconsumatori, la situazione non può essere sottovalutata. È necessario intervenire con urgenza per frenare i rincari, soprattutto nel settore energetico e alimentare, e per evitare che le disuguaglianze sociali si allarghino ulteriormente. I dati raccolti dall’Osservatorio confermano che le famiglie italiane stanno già adottando strategie difensive:
- Taglio dei consumi di carne e pesce (-16,9%), con spostamento verso tagli meno pregiati.
- Riduzione di frutta e verdura (-2,4%).
- Aumento della ricerca di offerte, sconti e prodotti prossimi alla scadenza (51% dei cittadini).
- Crescita della frequentazione dei discount (+12,1%).
Queste scelte di consumo, tutt’altro che volontarie, rappresentano un segnale chiaro del disagio economico crescente, che rischia di trasformarsi in una crisi sociale se non affrontato con misure efficaci.
Per questo Federconsumatori sollecita il Governo a intervenire con politiche mirate e strutturali, tra cui:
- Rimodulazione dell’IVA sui generi di largo consumo, con un risparmio stimato di oltre 516 euro annui per famiglia.
- Riforma degli oneri di sistema sulle bollette energetiche, eliminando le voci obsolete e spostando parte degli oneri sulla fiscalità generale.
- Creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e alimentare, strumenti necessari per sostenere le fasce più fragili della popolazione.
- Aumento delle risorse per la sanità pubblica, spesso primo argine contro le disuguaglianze.
- Rinnovo dei contratti, rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, a sostegno dei redditi medio-bassi.
In un contesto globale ancora incerto, è evidente che il disagio delle famiglie italiane non può essere scaricato unicamente sui consumatori. Serve un’azione decisa, capace di sostenere la domanda interna e favorire un’economia realmente inclusiva e sostenibile.
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