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Tajani: «Serve una diplomazia commerciale forte. Obiettivo: zero dazi tra UE e USA»

di Matteo Scolari
Dal videocollegamento con Bruxelles, il Ministro degli Esteri lancia un piano d’azione per l’export italiano e rafforza il ruolo internazionale di Vinitaly.

La diplomazia economica passa da Verona. In occasione della 57ª edizione di Vinitaly, il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha partecipato in videoconferenza da Bruxelles, dove era riunito con gli altri ministri del commercio dell’Unione Europea. Il suo messaggio è stato netto: “No a una guerra commerciale con gli Stati Uniti, sì a un mercato comune transatlantico senza dazi”.

Il rischio è concreto. L’Unione sta valutando la reintroduzione di una lista di prodotti americani soggetti a sanzioni. Tajani ha messo in guardia contro l’inserimento del whisky nella lista, poiché una tale scelta potrebbe scatenare ritorsioni immediate sul vino italiano, già sotto pressione nel nuovo scenario globale.

«La risposta non può essere la chiusura, ma il dialogo. Dobbiamo puntare a un accordo zero dazi UE-USA» – ha dichiarato Tajani – “costruendo un mercato economico che rafforzi la nostra competitività e favorisca la crescita reciproca”.

Ma non solo difesa: il Ministro ha tracciato una strategia propositiva per l’internazionalizzazione, annunciando una serie di missioni economiche a sostegno dell’export italiano. Le prossime tappe vedranno Tajani e Veronafiere insieme in India, per poi proseguire con appuntamenti in Olanda e Giappone, in vista della missione istituzionale del premier Giorgia Meloni negli Stati Uniti.

Nel suo intervento, Tajani ha sottolineato il valore strategico di Vinitaly: non solo come vetrina del vino italiano, ma come piattaforma operativa per la politica estera economica. La fiera è infatti al centro del piano per l’internazionalizzazione del sistema agroalimentare, con investimenti già avviati in Asia grazie al Vinitaly India Roadshow e alla partecipazione al Forum Imprenditoriale Italia-India, previsto a New Delhi il 10 e 11 aprile, con la presenza del presidente Federico Bricolo e del direttore generale Adolfo Rebughini.

Presente al collegamento anche il presidente di ICE Matteo Zoppas, che ha ribadito l’importanza di fare sistema tra istituzioni e attori fieristici per sostenere l’export del made in Italy nei momenti di tensione geopolitica. L’onorevole Maria Paola Boscaini ha espresso il proprio sostegno alla strategia di apertura e promozione sui mercati emergenti.

Veronafiere si conferma così un hub strategico per la diplomazia del vino, unendo azione fieristica, relazioni istituzionali e visione economica:
«Vinitaly è un asset nazionale – ha dichiarato il presidente Bricolo – ed è nostro compito metterlo al servizio della strategia-Paese, perché solo unendo le forze possiamo proteggere e far crescere il nostro vino nel mondo».

Un impegno, quello del Ministero degli Esteri e di Veronafiere, che guarda a una promozione integrata del made in Italy, capace di affrontare sfide complesse come il ritorno delle politiche protezionistiche, la necessità di diversificare i mercati e il bisogno crescente di valorizzare la qualità, la cultura e l’identità produttiva italiana nel mondo.

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