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Federconsumatori: inflazione in ripresa a marzo, +2%. Cambiano le abitudini degli italiani

di Matteo Scolari
L'associazione stima ricadute di oltre 630 euro annui per nucleo familiare. «Urgente intervenire su IVA, energia e contrasto alla povertà».

L’inflazione torna a correre in Italia, facendo segnare un preoccupante +2% nel mese di marzo, in netto rialzo rispetto all’1,6% di febbraio. Lo segnala l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che pubblica una dettagliata analisi sulle ricadute di questo trend per le famiglie italiane. L’incremento coinvolge in particolare i beni energetici (+3,2%) e gli alimenti non lavorati (+3,3%), andando così a gravare sul carrello della spesa, che sale del 2,1%.

Secondo le stime dell’Osservatorio, una famiglia media subirà un impatto annuo pari a 632,00 euro in più, di cui 184,80 euro solo nel settore alimentare. Una spesa extra che incide pesantemente in un contesto già segnato da forti tagli al consumo, sia qualitativi che quantitativi.

Il report Federconsumatori descrive un’Italia in cui le famiglie si adattano alla perdita di potere d’acquisto attraverso comportamenti sempre più orientati al risparmio: il consumo di carne e pesce è sceso del 16,9%, con una netta preferenza verso tagli meno costosi; frutta e verdura sono in calo del 2,4%; il 51% dei cittadini compra prodotti in sconto o prossimi alla scadenza; cresce del 12,1% la frequentazione dei discount.

Un quadro che evidenzia una crisi strutturale e non più episodica, che secondo Federconsumatori richiede interventi urgenti e mirati da parte del Governo. In cima alle priorità indicate vi è la necessità di una rimodulazione dell’IVA sui generi di largo consumo, che potrebbe tradursi in un risparmio medio di oltre 516 euro l’anno per famiglia.

Altre misure invocate comprendono:

  • La riforma degli oneri di sistema sui beni energetici, eliminando voci obsolete e spostandone il peso sulla fiscalità generale.
  • L’istituzione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica.
  • Un piano di sostegno alla povertà alimentare, a partire dall’incremento delle risorse destinate a servizi e misure di emergenza.
  • Lo stanziamento di fondi per la sanità pubblica, spesso sovraccaricata da costi sociali connessi al peggioramento delle condizioni economiche.
  • Una riforma fiscale più equa, capace di sostenere i redditi medio-bassi, attraverso la rivalutazione delle pensioni e il rinnovo dei contratti di lavoro.

Federconsumatori sottolinea che, in un contesto di crescente disagio e polarizzazione sociale, queste misure non sono più rimandabili. Servono azioni concrete e tempestive per arginare la crescita delle disuguaglianze e proteggere le fasce più fragili della popolazione.

L’allarme lanciato è chiaro: se non si interviene con decisione, le famiglie italiane saranno costrette a ridurre ancora di più i propri consumi, con effetti a cascata sull’intera economia nazionale. È tempo di passare dalle analisi alle politiche attive.

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