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Imprenditori immigrati: in 10 anni +24,4% in Italia. Nel Veronese 14.305 titolari stranieri

di Matteo Scolari
I dati della Fondazione Leone Moressa confermano il ruolo chiave degli imprenditori nati all’estero, in controtendenza rispetto ai cali registrati tra i nati in Italia. Verona tra le prime province del Nord Est.

Sono 786.696 gli imprenditori nati all’estero attivi in Italia a fine 2024: il 10,6% del totale nazionale. Lo rivela l’ultima analisi della Fondazione Leone Moressa su dati Stockview-Infocamere elaborati in collaborazione con la Camera di Commercio di Venezia e Rovigo. Il trend evidenzia una crescita ininterrotta dell’imprenditoria straniera, con un aumento del +24,4% dal 2014, a fronte di un calo del -5,7% degli imprenditori italiani nello stesso periodo.

Il fenomeno è diffuso in tutto il territorio nazionale, ma assume caratteristiche specifiche nelle diverse regioni. In Veneto, ad esempio, gli imprenditori immigrati sono 67.738, pari al 10,3% del totale regionale. Si tratta di un incremento del +20,5% in dieci anni, mentre il numero di imprenditori italiani nella regione è sceso del -7,9%. Tra le province venete, spicca Verona con 14.305 imprenditori immigrati, una quota pari all’11,1% del totale provinciale, in crescita del +19,8% dal 2014.

L’analisi evidenzia un mutamento strutturale: mentre cala la componente autoctona, l’imprenditoria straniera si consolida e si specializza. I settori con la maggiore presenza sono il commercio (29%), i servizi (25,2%) e le costruzioni (23,4%). L’incidenza più elevata di imprenditori stranieri sul totale si registra proprio in edilizia (18,4%). L’agricoltura, seppur con numeri ancora contenuti, segna un +56,1% in dieci anni, il dato di crescita più alto tra tutti i comparti.

Per quanto riguarda le comunità di origine, nel 2024 la Romania si conferma al primo posto con 79.463 imprenditori, seguita a breve distanza dalla Cina (79.079). In crescita anche Albania (+6,4%), Moldavia (+8,7%) e Ucraina (+7,7%), mentre registrano un calo Paesi come Marocco (-2,6%), Nigeria (-4,1%) e Senegal (-5,5%). La comunità cinese vanta il più alto tasso di imprenditorialità: oltre un terzo dei cittadini cinesi residenti in Italia è imprenditore (33,4%).

Notevole anche la presenza femminile, con oltre 217 mila imprenditrici immigrate. Le donne cinesi guidano la classifica (36.011), seguite da quelle rumene (24.596). Spiccano, per incidenza di imprenditrici sul totale, le comunità provenienti da Russia (70,6%), Cuba (69,4%) e Polonia (61,2%).

L’indagine sottolinea come l’imprenditoria immigrata rappresenti una forma avanzata di integrazione e radicamento sul territorio, ma al tempo stesso segnala la necessità di maggiori sinergie con il sistema produttivo italiano. La scarsa cooperazione tra imprenditori stranieri e le imprese italiane resta una criticità, che potrebbe essere superata attraverso politiche territoriali e associative più inclusive.

Su questi temi si concentrerà l’incontro organizzato dalla Fondazione Leone Moressa il 27 marzo 2025 alle ore 16.00 a Mestre, presso l’auditorium della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, durante il quale verranno discussi i dati e le strategie per valorizzare l’apporto degli imprenditori stranieri all’economia nazionale e locale.

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