Andrea Marchi: «Il 3 maggio l’Assemblea. Per noi è determinante essere vicini ai nostri soci»
di Matteo ScolariIl 2024 è stato un anno memorabile per molte banche italiane, comprese quelle del Credito Cooperativo. Utili record, solidità patrimoniale rafforzata e nuove opportunità all’orizzonte. Tra queste realtà in espansione si distingue Banca Veronese, che ha registrato numeri significativi e guarda con attenzione alle trasformazioni del sistema bancario, senza rinunciare alla propria identità territoriale. Ne abbiamo parlato con Andrea Marchi, direttore generale di Banca Veronese, ospite al TG Verona Economia.
Direttore, il 2024 è stato definito da molti “l’anno dei record” per il settore bancario. È stato così anche per Banca Veronese?
Sì, assolutamente. Il 2024 è stato un anno eccezionale per tutto il comparto, trainato dal margine di interesse che ha sostenuto i conti economici sia delle banche nazionali che delle BCC come la nostra. Per Banca Veronese si è registrato un utile in crescita del 20%, toccando quasi 13 milioni di euro. Il nostro patrimonio ha raggiunto i 109 milioni, con un indice di solidità Tier 1 superiore al 30%. Anche i volumi sono cresciuti: impieghi, raccolta diretta e soprattutto raccolta gestita, che ha superato i 200 milioni di euro.
A cosa si deve questo risultato così positivo?
Come detto, il margine di interesse ha giocato un ruolo centrale, ma non possiamo dimenticare l’importanza della parte commissionale e dei servizi. La nostra strategia guarda con sempre maggiore attenzione a questi ambiti. È però giusto evidenziare che, con l’abbassamento progressivo dei tassi da parte della BCE per contrastare l’inflazione, l’effetto positivo del margine di interesse si sta attenuando già nel 2025.
Negli ultimi mesi si è tornato a parlare molto di fusioni bancarie e di operazioni tra grandi istituti. Come osservate, da BCC, questo scenario?
Lo stiamo seguendo con grande attenzione, soprattutto a Verona, dove si parla molto del possibile avvicinamento tra UniCredit e Banco BPM. Una fusione tra questi due colossi, entrambi molto presenti sul territorio, porterebbe inevitabilmente a una razionalizzazione della rete, con la possibile chiusura di diverse filiali. In questo contesto, realtà come la nostra, fortemente radicate, potrebbero diventare ancora più centrali.

Quindi, mentre le grandi banche si uniscono e chiudono sportelli, le BCC restano sul territorio?
Esattamente. Il fenomeno attuale è quasi paradossale: mentre le grandi banche puntano su fusioni e riducono la presenza fisica, le BCC mantengono – e in alcuni casi aumentano – gli sportelli sul territorio. A livello nazionale siamo 113 BCC: non c’è più quella corsa alle aggregazioni che c’era in passato. Noi, ad esempio, abbiamo 20 filiali e in tre comuni siamo l’unica presenza bancaria. Questo ci rende un punto di riferimento indispensabile per quelle comunità.
Che impatto ha la presenza fisica di una banca sul territorio?
Un impatto rilevante. Studi, anche da parte di alcune organizzazioni sindacali, dimostrano che dove c’è una filiale bancaria, l’economia locale ne trae beneficio. Per questo motivo, nel nostro piano strategico – così come in quello del Gruppo ICCREA – il modello distributivo si basa su un equilibrio tra digitale e fisico. La relazione diretta resta centrale per noi.
Quindi non rinunciate all’innovazione, ma nemmeno al rapporto umano?
Assolutamente. La digitalizzazione è importante, ma per noi la relazione personale è un valore irrinunciabile. Anche la formazione rientra in questa logica: nel nostro piano strategico abbiamo previsto molte ore di formazione, non solo per i nostri dipendenti, ma anche per i soci e per i clienti. Nel 2024, ad esempio, abbiamo organizzato incontri con le scuole, con le associazioni del territorio e perfino con i cittadini, come quello contro le truffe informatiche svolto a Bovolone. La nostra missione è anche educativa.
Uno dei momenti più importanti del 2025 per voi sarà sicuramente l’assemblea generale del 3 maggio. Come vi state preparando?
Con grande impegno, da mesi. L’assemblea è l’occasione per incontrare i nostri oltre 3.800 soci – numero in costante crescita – e condividere i risultati raggiunti e i progetti futuri. Quest’anno l’assemblea si svolgerà a Veronafiere, sabato 3 maggio. Sarà divisa in due momenti: la parte istituzionale, con l’approvazione del bilancio, e poi una vera e propria festa dedicata ai soci e alle socie.
Ci può anticipare qualcosa su questa festa del socio?
Certo. Ci saranno molte iniziative: premieremo gli studenti più meritevoli con borse di studio, incontreremo le associazioni del territorio che hanno collaborato con noi nel 2024, e festeggeremo i soci che da oltre vent’anni sono con noi. E poi, naturalmente, ci sarà spazio per un momento conviviale con aperitivo e musica, per rafforzare le relazioni che stanno alla base del nostro modo di fare banca.
A che ora inizierà l’assemblea?
Alle ore 15. La chiusura è prevista tra le 18:00 e le 18:30, con l’aperitivo finale. Sarà un momento importante, ma anche piacevole, per ritrovarsi insieme e condividere lo spirito cooperativo che ci anima.
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