Nursing Up: «No all’assistente infermiere, servono professionisti qualificati!»
di Matteo ScolariIl Sindacato Nursing Up esprime forte contrarietà all’introduzione della figura dell’assistente infermiere, un operatore sanitario con formazione ridotta che non può essere considerato un professionista sanitario. Secondo il sindacato, questa scelta rischia di compromettere la qualità dell’assistenza e di danneggiare il riconoscimento professionale degli infermieri. Lombardia e Valle d’Aosta hanno già avviato l’inserimento di questa figura, ma Nursing Up denuncia che si tratta di un’iniziativa inefficace per risolvere la grave carenza di personale. «Nessuno osi affermare il contrario: l’assistente infermiere è nato per colmare la carenza di infermieri, ma questa non è la soluzione!», dichiara il Presidente del Nursing Up, Antonio De Palma.
La situazione degli infermieri in Italia è drammatica, con una carenza stimata in almeno 175mila unità. Secondo il sindacato, non si può pensare di affrontare un problema così grave con soluzioni improvvisate e figure ibride. «Non è possibile garantire un’assistenza sicura con chi ha solo 500 ore di formazione», afferma De Palma. «Gli infermieri seguono un percorso universitario ben più strutturato e indispensabile per assicurare cure di qualità ai pazienti».

Il Nursing Up esprime anche forte preoccupazione per il sostegno della FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) a questa iniziativa. “Abbassare gli standard assistenziali è un rischio enorme. E il fatto che questa nuova figura riceva solo 8 euro in meno rispetto a un infermiere è inaccettabile”, aggiunge De Palma.
Il sindacato si chiede quale sia il senso di seguire anni di studio e formazione, se poi si permette a personale con un breve corso di 500 ore di svolgere funzioni assistenziali. “La soluzione non è delegare funzioni sanitarie a chi non ha competenze adeguate, ma investire sugli infermieri già formati e migliorare le loro condizioni contrattuali”, sottolinea Nursing Up.
La carenza di infermieri ha un impatto diretto sulla mortalità dei pazienti, e per garantire un’assistenza sanitaria di qualità è necessario investire sui veri professionisti della salute. «Chiediamo alle istituzioni di fermare questa pericolosa deriva prima che sia troppo tardi», conclude De Palma.
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