Sciopero e incontro in Regione: il futuro della Borromini rimane incerto
di Matteo ScolariNegli ultimi giorni la tensione è stata alta alla Borromini di Colognola ai Colli. Dopo l’annuncio della chiusura dell’azienda, i lavoratori e le lavoratrici si sono mobilitati con scioperi e presidi per chiedere chiarezza sul loro futuro occupazionale. La situazione è particolarmente delicata: oltre ai 45 dipendenti diretti, sono coinvolti anche 70 lavoratori interinali, molti dei quali con un’età che rende difficile una ricollocazione nel mercato del lavoro.

Lo sciopero del 18 febbraio ha visto una partecipazione totale. La preoccupazione principale riguarda non solo la chiusura della Borromini, ma anche la possibile dismissione dell’intero Gruppo Vetrerie Riunite, a seguito delle decisioni dei fondi di investimento portoghesi Teak Capital e Tangor Capital, attuali proprietari. La protesta ha avuto come obiettivo quello di ottenere un confronto con la Regione Veneto, nella speranza di trovare soluzioni concrete per evitare la cessazione dell’attività.
Il giorno successivo, il 19 febbraio, presso l’Unità di Crisi della Regione Veneto, si è tenuto un incontro fondamentale tra le parti coinvolte. Erano presenti Girolamo Bracco della FIOM Verona, il dott. Bascetta, responsabile delle crisi aziendali, e l’assessora al Lavoro Valeria Mantovan.
La Regione Veneto si è schierata al fianco dei lavoratori, esprimendo piena solidarietà e invitando l’azienda a valutare la possibilità di cercare un nuovo compratore affidabile, nonché a richiedere la cassa integrazione straordinaria per il personale.

Bracco ha commentato: «Siamo molto rincuorati dal supporto ricevuto dall’assessora Mantovan e dal dott. Bascetta. Fortunatamente anche loro hanno come primo interesse la salvaguarda di una realtà produttiva del territorio e con essa la tutela dei posti di lavoro legati alla Borromini. La persona mandata a rappresentare l’azienda è stata fortemente raccomandata di parlare con l’amministratore delegato portoghese per fare in modo che l’azienda si attivi sia nella ricerca di un compratore affidabile sia nella richiesta di apertura della cassa integrazione straordinaria e aderire ai piani per le politiche attive per il personale, in caso di modifica della produzione. Dopo l’incontro di ieri aspettiamo la prossima mossa dell’azienda per capire in che modo potrà proseguire questa vertenza».
Nel frattempo, il 28 febbraio, in tutta la provincia di Verona, è stato indetto uno sciopero unitario per chiedere la ripresa delle trattative per il CCNL dell’industria metalmeccanica. In quell’occasione, le RSU Fiom dell’Est Veronese organizzeranno un presidio di solidarietà davanti ai cancelli della Borromini.
Le parole dell’assessore regionale Valeria Mantovan
«La programmazione della chiusura di Borromini di Colognola ai Colli ci ha lasciati sorpresi. Poco più di un anno fa – afferma l’assessore regionale al Lavoro Valeria Mantovan – avevamo appreso dell’acquisizione dell’azienda e della sua controllante, l’adiacente Vetrerie Riunte, da parte dei due fondi portoghesi Teak Capital e Tangor Capital. Un’operazione che nasceva sotto i migliori auspici e, nelle parole dei dirigenti dei fondi, puntava al miglioramento e allo sviluppo dei business. Oggi invece, per Borromini, si parla di cessazione delle attività e di esubero per i 48 lavoratori dell’azienda, a fonte delle difficoltà dei settori clienti che riducono il fatturato e dilatano i tempi di incasso».

«Ho chiesto all’azienda – continua Mantovan – e, per il suo tramite, alla proprietà portoghese, di ridiscutere queste intenzioni a valle di un approfondimento in merito a soluzioni alternative alla chiusura e all’eventuale impiego di strumenti di supporto al reddito dei lavoratori e di politiche attive del lavoro. In altri casi, in Veneto, abbiamo sperimentato il successo di percorsi condivisi per arrivare a una cessione e/o a una reindustrializzazione in grado di preservare competenze industriali e professionali, preziose per il territorio».
«Mi aspetto – conclude l’assessore – che l’azienda proceda pertanto in quest’ordine di valutazioni, rispetto alle quali mi sono già impegnata a garantire il nostro supporto tecnico tramite le strutture regionali dedicate. Il tavolo sarà riconvocato nelle prossime settimane».
Ieri l’interrogazione del senatore Andrea Martella
Anche la politica nazionale si sta interessando al caso. Ieri il senatore Andrea Martella (PD) ha presentato un’interrogazione ai Ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del Lavoro Maria Elvira Calderone, chiedendo quali misure il Governo intenda adottare per scongiurare la chiusura e salvaguardare i posti di lavoro. Il parlamentare ha sottolineato come la proprietà non abbia mostrato apertura verso soluzioni alternative, nonostante l’azienda vanti crediti per circa 2 milioni di euro e 6 stampi acquisiti.
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