Olimpiadi, Magro: «Nascerà “Casa Verona”, uno spazio fisico dedicato ai valori dello sport»
di Matteo ScolariCon l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, Verona si prepara a ricoprire un ruolo da protagonista con la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e l’apertura delle Paralimpiadi. Un evento di portata globale che rappresenta un’enorme opportunità per il territorio, non solo in termini di visibilità, ma anche per lo sviluppo di progetti legati allo sport, all’inclusione e all’accessibilità.
A Focus Verona Economia, Andrea Magro, esperto di sport e delegato dal sindaco Damiano Tommasi per le tematiche olimpiche, ha parlato delle sfide e delle opportunità che attendono Verona nei prossimi mesi. Tra i progetti in cantiere, la creazione di Casa Verona, un hub per promuovere la cultura sportiva e i valori olimpici, e un piano di interventi per rendere l’Arena più accessibile e la città ancora più accogliente per atleti, visitatori e addetti ai lavori.
Andrea, le Olimpiadi 2026 si avvicinano e Verona avrà un ruolo di primo piano. Come sta lavorando l’amministrazione per preparare la città a questo evento storico?
Stiamo lavorando con grande impegno, perché un evento di questa portata richiede una pianificazione accurata e interventi mirati. La Fondazione Milano-Cortina sta facendo un grande lavoro di coordinamento e noi, come Comune di Verona, siamo impegnati a coinvolgere il più possibile il territorio. Abbiamo avviato già dallo scorso anno diverse iniziative per costruire un percorso di avvicinamento ai Giochi. A marzo 2024 abbiamo organizzato un convegno sulla tregua olimpica, dal titolo “Quando lo sport fermava le guerre”, con ospiti di rilievo come Sara Simeoni e il consigliere diplomatico del Ministero degli Esteri. Abbiamo poi proseguito con una serie di eventi che hanno visto protagonisti atleti olimpici e paralimpici veronesi.
Uno dei progetti più interessanti che state sviluppando è Casa Verona. Di cosa si tratta?
Casa Verona sarà uno spazio fisico e simbolico dedicato ai valori dello sport e dell’Olimpismo. Sarà attiva prima, durante e dopo le Olimpiadi, con l’obiettivo di promuovere lo sport non solo come pratica agonistica, ma come strumento di inclusione e crescita sociale. L’idea è quella di creare un punto di riferimento per atleti, studenti, cittadini e turisti, dove poter partecipare a incontri, mostre, conferenze e attività interattive. Sarà un progetto eredità, perché il nostro obiettivo è che Casa Verona resti attiva anche dopo le Olimpiadi, diventando un centro permanente per la cultura sportiva.
Un altro tema importante è quello dell’accessibilità, soprattutto in vista dell’apertura delle Paralimpiadi in Arena. Come si sta affrontando questa sfida?
L’accessibilità è una priorità assoluta. L’Arena di Verona, con il suo immenso valore storico e culturale, deve essere un luogo fruibile da tutti. Attualmente, chi si muove in carrozzina può accedere solo alla platea e ha una visione parziale degli eventi. L’obiettivo è rendere l’anfiteatro più inclusivo, migliorando le strutture esistenti e creando percorsi agevolati. Oltre all’Arena, stiamo lavorando per rendere più accessibili anche le principali vie di collegamento, in particolare il percorso che porta dalla stazione di Verona Porta Nuova a Piazza Bra. Sono previsti interventi per migliorare la viabilità pedonale e garantire un’accoglienza ottimale a tutti i visitatori.
Un altro aspetto chiave sarà la trasformazione di Verona in una città “olimpica”. Quali sono le linee guida per il cosiddetto Look of the City?
Il Look of the City è il concetto che definisce l’identità visiva della città durante i Giochi. Abbiamo ricevuto linee guida molto precise dalla Fondazione Milano-Cortina, e stiamo lavorando per tematizzare Verona con installazioni, bandiere, pannelli informativi e decorazioni che richiamino lo spirito olimpico. È una sfida particolare, perché Verona è già una città bellissima di per sé, e “abbellirla” ulteriormente non è semplice! Il nostro obiettivo è creare un’atmosfera olimpica coinvolgente senza alterare la storicità e il fascino del nostro patrimonio architettonico.
Le Olimpiadi di Milano-Cortina saranno le prime Olimpiadi “diffuse” della storia, con eventi distribuiti su oltre 400 km di territorio. Come impatterà questa particolarità su Verona?
Questo modello diffuso rende l’organizzazione più complessa, ma offre anche opportunità straordinarie. Verona è posizionata in modo strategico tra le principali sedi di gara e sarà un punto di riferimento per chi seguirà i Giochi. L’impatto sarà significativo: ci aspettiamo un incremento dei flussi turistici, non solo nei giorni delle cerimonie, ma per tutta la durata dell’evento. Inoltre, molti team, giornalisti e staff tecnici potrebbero scegliere Verona come base operativa, vista la sua posizione centrale e la qualità delle infrastrutture.
Parlando di eredità olimpica, cosa si aspetta che rimanga a Verona dopo Milano-Cortina 2026?
L’obiettivo è lasciare un’eredità materiale e immateriale. Da un lato, le opere di accessibilità e le infrastrutture migliorate rimarranno a disposizione della città. Dall’altro, ci auguriamo che lo spirito olimpico contribuisca a rafforzare la cultura dello sport, dell’inclusione e della sostenibilità. Vogliamo che Verona non sia solo un palcoscenico per i Giochi, ma che diventi un punto di riferimento per il mondo dello sport anche dopo le Olimpiadi. Per questo stiamo lavorando a progetti che possano continuare nel tempo, come Casa Verona e le attività di formazione legate al marketing sportivo e alla gestione degli eventi.
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