Case di riposo in crisi: esodo di OSS e infermieri verso la sanità pubblica
di Matteo ScolariÈ allarme per il personale delle Case di Riposo di Verona e del Veneto: il recente scorrimento delle graduatorie di Azienda Zero, seguito al concorso pubblico dello scorso autunno, rischia di svuotare le RSA di operatori socio-sanitari (OSS) e infermieri. A lanciare l’allarme è Giovanni Zanini, segretario generale della CISL FP Verona, che esprime forte preoccupazione per un esodo che potrebbe compromettere la tenuta del sistema socio-sanitario e assistenziale del territorio.
«Molti operatori si dicono pronti a lasciare le IPAB e le strutture private convenzionate per passare alla sanità pubblica, attratti da contratti più vantaggiosi. Attualmente, il contratto degli enti locali applicato nelle RSA prevede stipendi inferiori di circa 200 euro rispetto a quelli della sanità pubblica», spiega Zanini. Il divario retributivo, definito come “dumping contrattuale”, rappresenta una delle principali cause della fuga di personale dalle case di riposo.

L’effetto dell’esodo potrebbe essere devastante: senza personale sufficiente, le strutture rischiano di non riuscire a rispettare gli standard regionali e di dover bloccare nuovi ingressi. La situazione preoccupa anche le RSA private, dove tuttavia si registrano tentativi di attrarre infermieri e OSS attraverso incentivi economici, contratti più favorevoli e opportunità di stabilizzazione immediata.
Secondo la CISL FP, la soluzione ideale sarebbe una riforma strutturale che preveda una parità retributiva tra operatori delle RSA e della sanità pubblica. “Stesso lavoro, stesso salario” è lo slogan con cui il sindacato intende sensibilizzare la politica regionale. “Serve una riforma delle IPAB, ferma da troppo tempo, che consenta di uniformare i contratti e garantire un servizio di qualità agli anziani”, sottolinea Zanini.
Un’altra proposta avanzata dal sindacato riguarda la gestione diretta delle RSA pubbliche da parte delle ULSS, che permetterebbe di armonizzare le modalità di reclutamento del personale e le retribuzioni. In attesa di una riforma, si suggerisce di intervenire sulle progressioni orizzontali per offrire agli operatori aumenti salariali di circa 100 euro, avvicinando così i compensi a quelli degli ospedali.
Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, la CISL FP chiederà al futuro governatore di impegnarsi concretamente per una riforma delle IPAB che possa scongiurare il collasso del sistema socio-assistenziale e migliorare le condizioni di lavoro del personale. «Senza interventi rapidi, rischiamo di trovarci di fronte a un’emergenza assistenziale senza precedenti», conclude Zanini.
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